Casali, Sansovini e Morri danno vita all’operazione “memoria storica”

Sansovini, Casali, Morri“Se ci fossero stati a sentire allora, forse oggi la storia sarebbe diversa”.

Ripercorse le principali tappe politiche e le battaglie sostenute, dal 2003 al 2006 assieme anche a Bollini e Rossi.

“Operazione memoria storica”. Così la chiamano Augusto Casali, Glauco Sansovini e Romeo Morri, ma con loro ci sono idealmente anche Giuseppe Rossi e Monica Bollini.

Quella dei “tre ex consiglieri un po’ attempati” come si definiscono loro stessi, è una conferenza stampa per ripercorrere alcune vicende politiche e di grande attualità a partire dal 2003 fino al 2006 quando la loro azione in Consiglio ha cominciato ad affievolirsi. Assicurano subito che il loro intento non è quello di dare vita a un partito o a un movimento politico “ogni stagione ha i suoi frutti – taglia corto Casali – e la nostra stagione in Consiglio c’è già stata”. Però vogliono rimarcare che già allora c’era chi si occupava del bene del Paese cercando di contrastare interessi personali e quel connubio “affari – politica” che sta emergendo anche dalle grandi inchieste degli ultimi anni.

Davanti ai cronisti, sfogliano un dossier corposo per spiegare l’azione che venne portata avanti in quegli anni dai consiglieri di quei partiti che venivano definiti “cespugli” per ricordare che “c’era chi aveva percepito i pericoli che si stavano avvicinando e provò a mettere in campo iniziative politiche, istituzionali e giudiziarie senza ricevere adeguate risposte”.

La cronistoria di Casali, Sansovini e Morri parte dal 2001 quando nacque Alleanza Nazionale Sammarinese e conquistò un seggio nelle elezioni del 2002 dove il Pss mandò a casa l’allora governo con a capo la Dc di Gabriele Gatti. Ma le instabilità interne del Pss (che portarono di lì a poco alla fuoriuscita di Giuseppe Rossi e Monica Bollini nel 2002 che fondarono i Sammarinesi per la Libertà) non consentirono vita lunga a quel governo che fu poi sostituito da quello straordinario con Dc, Pdd e Pss Già allora Casali ricorda di aver lamentato problemi di trasparenza all’interno del Pss e fondò una corrente interna.

Intanto dalla Dc in quegli anni usciva anche Romeo Morri dando vita poi ai Popolari. Nel 2003 i “cespugli” diventano quindi 4: Ans, Spl, Popolari e il Psn fondato da Casali e denominato “Partito socialista nuova San Marino”. All’opposizione c’erano fino al 2006 anche Ap e Rifondazione comunista.

Casali, Morri e Sansovini ricordano quindi “l’impegno dei cespugli contro il governo straordinario e contro il connubio affari politica” attuato attraverso una “collaborazione sempre più stretta” e con “iniziative insieme dal 2003 al 2006”.

“Alla luce degli accadimenti giudiziari odierni – rimarca Casali – quelle iniziative di allora assumono un valore particolare e dimostrano che non tutti la pensavano nello stesso modo ed è stato fatto di tutto per far aprire gli occhi agli elettori e alle forze politiche”. I tre insomma non ci stanno a che si faccia “di tutta l’erba un fascio” e citano 6 fatti su cui interessarono cittadinanza, Consiglio e perfino la magistratura, tutti oggetto di una serie di esposti in tribunale: Caso patente, concessione della residenza ad Antonino Cosentino, abilitazione alla pratica legale di Fiorenzo Stolfi, presunta violazione delle norme per la redazione del bilancio dello Stato del 2002, costruzione del mega albergo di Murata (che poi non è mai nato) e convenzione con Adria Congrex, per il palazzo dei congressi del Kursaal.

DI ogni vicenda ricordano le iniziative intraprese, dalle richieste di commissioni di inchiesta alle interpellanze, ordini del giorno, ma anche dibattiti pubblici, volantini e opuscoli inviati nelle case dei sammarinesi, fino ad una proposta di referendum e di legge popolare. Ma le forze di governo di quegli anni ostacolarono quelle iniziative, e alla fine anche il tribunale nel 2005 archiviò tutti gli esposti. Altre vicende che li videro protagonisti nelle battaglie politiche, alcune sostenute anche da Ap e Rifondazione comunista, altre no – ricordano – furono ad esempio quella dei lotti di Valdragone, o la lotta ai giochi. Infine ricordano di aver anche scritto una lettera agli allora Capitani Reggenti, nel luglio 2004 per denunciare “il connubio politica affari”. “Se ci fossero stati a sentire allora – sostengono Casali, Sansovini e Morri – forse oggi la storia sarebbe stata diversa”.

Per questo hanno deciso di svolgere questa operazione di “memoria storica” per ricordare “ai sammarinesi che hanno la memoria corta – dichiara Casali – che non tutti già allora la pensavano nello stesso modo. C’era chi lavorava per il paese e chi invece per sé stesso”. In merito ad azioni future, dopo aver sgombrato il campo affermando che non intendono dar vita a nuove formazioni politiche, Casali, Sansovini e Morri dichiarano che si aspettano molto dal processo sul “conto Mazzini” che si aprirà a ottobre e che ragioneranno su come diffondere ulteriormente il materiale raccolto, per l’operazione “memoria storica”.

Franco Cavalli, La Serenissima