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(ANSA) – LONDRA, 02 MAR – Tra pochi giorni festeggerà il suo
primo anno ( “impegnativo”)da presidente della Lega serie A e
Lorenzo Casini, ospite a Londra di una conferenza su calcio e
finanza, ha presentato le principali sfide che attendono la A.
“Ho ereditato una situazione non semplice, e non solo per la
pandemia – ha dichiarato al Business of Football Summit -. Fin
da subito però abbiamo cercato di intervenire per migliorare il
calcio italiano. Come per la vendita dei diritti tv all’estero:
grazie all’intervento del governo, sono state eliminate
limitazioni che rendevano le trattative con interlocutori
stranieri molto più complicate”. Tre le priorità fissate da
Casini per rilanciare il massimo campionato italiano. “Noi li
chiamiamo i tre pilastri su cui dovrebbe poggiare il nostro
calcio: più entrate e più risorse, migliori infrastrutture e più
educazione, perché il calcio sia una spinta verso il
cambiamento”.
Davanti alla platea del summit organizzato dal Financial
Times, Casini ha ricordato l’apertura di due uffici di
rappresentanza, a New York e in Medio Oriente, per far conoscere
il marchio della Serie A: “Chi investe nel calcio italiano lo fa
principalmente perché intravede grandi potenziali ancora
inesplorati, e perché ama questo Paese. Noi dobbiamo sfruttare
le nostre caratteristiche per attrarre più capitali e
investitori”.
Al cospetto dello strapotere economico della Premier, Casini
ha difeso la competitività del calcio italiano. “L’aspetto
economico è ovviamente molto importante, ma prima di trarre
determinati giudizi sarebbe utile tenere conto anche dei
risultati sportivi, a livello di club e di nazionale”. Exploit
che però devono sempre fare i conti con il principale ostacolo
allo sviluppo del calcio italiano, la burocrazia. “Il calcio è
lo specchio dell’Italia, dove per svariate ragioni costruire è
sempre stato un problema. In questo senso sono fiducioso che il
nuovo ministro dello sport, Abodi ci sia di aiuto. Così come
sarebbe utile la spinta che ci darebbe organizzare un Europeo”.
Infine la Superlega: “La cosa principale è capire in profondità
le ragioni che hanno spinto quei club su quella strada. La
risposta dovrebbe essere una maggiore cooperazione tra le leghe,
a livello europeo” (ANSA).
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