I militari del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale di Rimini hanno scoperto un caso di “doping” riguardante un cavallo.
Secondo quanto emerso dalle indagini, poco prima di una competizione equestre presso l’Ippodromo di Misano Adriatico, l’istruttore di un cavallo da corsa ha somministrato un’iniezione al cavallo. La Federazione Italiana Sport Equestri (F.I.S.E.) ha avviato immediatamente un’indagine, durante la quale un flacone del farmaco e la siringa sono stati inviati al Dipartimento Veterinario per ulteriori analisi di laboratorio.
Dopo le indagini, l’istruttore equestre è stato accusato di “Frode in competizioni sportive” per aver somministrato illegalmente il farmaco “fenilbutazone”, un antinfiammatorio vietato negli eventi sportivi. Questo reato può essere punito con una reclusione da due a sei anni e una multa da mille a 4mila euro. Inoltre, sono stati contestati anche i reati di “Maltrattamento di animali” (che può comportare una reclusione da tre a diciotto mesi o una multa da 5mila a 30mila euro) e di “Esercizio abusivo di una professione” poiché l’istruttore ha praticato trattamenti sanitari sugli animali senza le adeguate competenze professionali (rischiando una reclusione da sei mesi a tre anni e una multa da 10mila a 50mila euro). Il farmaco in questione è stato sequestrato e consegnato alle autorità giudiziarie per le necessarie azioni legali.