“Finalmente – dichiara la Consigliera regionale Micaela Vitri – oggi è stata discussa e votata all’unanimità la mia mozione sulla contrarietà al progetto di discarica a Riceci. Una presa di posizione per bloccare lo scempio alle porte della città patrimonio Unesco.
Temo però – prosegue Vitri – che per difendere la collina di Riceci non basti il no del Consiglio regionale. La preoccupazione rimane alla luce delle dichiarazioni dell’imprenditore di San Marino che detiene il 60% della società Aurora.
Le domande sono semplici e inquietanti: se un privato investe, tra progetto e caparre, oltre un milione di euro in un terreno in cui la legge regionale non consente di costruire un impianto di smaltimento rifiuti, chi ha fornito le garanzie della fattibilità? Chi lo ha portato ad acquistare i terreni? Ma soprattutto che garanzie ha avuto di potere procedere nonostante la legge regionale non lo consenta? Resta il dubbio che, se il privato è convinto di poter andare avanti, possa aver avuto garanzie, ma da chi? Da chi governa il Comune? Dalla Regione che può modificare le leggi? Dal Comune confinante il cui sindaco aveva espresso il proprio favore alla discarica?
Per questo ricordo – continua Vitri – che l’Assessore all’ambiente aveva annunciato appena insediato che avrebbe redatto il nuovo Piano Gestione dei Rifiuti (PRGR). Lo ha ribadito un anno fa, ma ad oggi ancora non si è visto nulla. Dopo due anni e mezzo abbiamo ancora il Piano del 2015 , nonostante le direttive con cui l’UE ha sollecitato tutte le regioni italiane ad adeguare. Un Piano, quello attuale, che in questi due anni ha lasciato campo libero ai privati in una vera e propria giungla di richieste, tra cui quella della stessa azienda sammarinese. La stessa che aveva avviato trattative per una discarica tra Monte Grimano e Macerata Feltria. Anche in quel caso il Consiglio regionale si era espresso contrariamente, ma la Giunta non ritenne urgente intervenire con un Piano che potesse mettere un freno alle richieste dei privati. Anzi è stata persa un’occasione importante nel febbraio del 2022, quando la Giunta ha imposto l’interpretazione autentica resa ai fini applicativi di quanto previsto ai capitoli 12 e 13 del PRGR del 2015. Un atto amministrativo che impone 2.000 metri di distanza di rispetto dai centri abitati per gli impianti di smaltimento rifiuti, ma consente una deroga per cui si può scendere a 500 metri di distanza se i rifiuti smaltiti non sono speciali ma urbani. Ed è proprio su questa clausola che Petriano rischia di rimanere letteralmente impiccata.
Molte cose non tornano – aggiunge Vitri – rispetto alle dichiarazioni della destra che governa sia la Regione che i Comuni interessati dal progetto. Nel maggio del 2022 iniziavano sui social i primi sospetti sul progetto di questa maxi discarica. Il Sindaco di Petriano parlava di inutile allarmismo a cui si affiancavano tutti gli esponenti della sua area politica. Nel febbraio 2023 arriva in Consiglio regionale la mozione del M5S che chiedeva di aumentare la distanza di rispetto di 2.000 metri dai centri abitati. Come mai la maggioranza di destra e l’Assessore Aguzzi si sono espressi contrariamente a quella necessaria tutela?
Riporto – incalza Vitri – le dichiarazioni fatte in quell’occasione dall’Assessore all’Ambiente Aguzzi: ‘Ho partecipato ad un’assemblea a Petriano e ho detto c’è una legge regionale che consente l’installazione di nuovi siti per discariche di rifiuti speciali e non pericolosi, purché siano almeno a 2.000 metri dai centri abitati. Per quel che mi riguarda, oggi, non c’è motivo per andare a modificare questa normativa, anche perché stiamo rivisitando il PRGR e ci saranno novità’. (In realtà poi non è stato fatto nulla). ‘Però va ricordato che nelle regioni limitrofe il limite è di 500 metri’ – prosegue l’Assessore, come se fosse un buon esempio. ‘Mi sembra fuori luogo – aggiungeva Aguzzi – andare a votare una mozione che ci impegna ad allontanare ulteriormente gli impianti dai centri abitati . Quella norma dei 2.000 metri impedirebbe ad oggi l’insediamento di questa nuova discarica. Io non vedo perché dovremmo cambiarla’.
In realtà il progetto della maxi discarica – conclude Vitri – è a circa 980 metri dal centro abitato e potrebbe essere dichiarato ammissibile proprio a causa di quella deroga inserita nel PRGR in ragione alla controversa definizione della natura dell’oltre metà dei rifiuti, che si prevede di conferire a Riceci. Non a caso la ditta proponente li considera come urbani non pericolosi, invece che speciali non pericolosi, inclusi quelli derivanti da attività di trattamento e recupero da raccolta differenziata.
E’ urgente che chi governa la nostra Regione, smetta di giocare allo scaricabarile con il Pd, si assuma le proprie responsabilità e passi dalle parole ai fatti.
Vivere Pesaro