Legambiente ha espresso un forte e categorico rifiuto al progetto di discarica. I circoli di Pesaro, Urbino e Fano hanno pubblicato un comunicato in cui manifestano la loro contrarietà e solidarietà alle popolazioni coinvolte, sostenendo la richiesta di abbandonare il progetto. Si prevede che verranno smaltiti 5 milioni di metri cubi di rifiuti in una delle valli più belle e suggestive delle Marche.
La superficie totale di intervento sarà di 268.000 metri quadri, con un ingombro complessivo di 44 ettari. Si pongono l’attenzione sui problemi che questa discarica comporterebbe, come l’impatto sull’asse viario locale già in crisi a causa del frequente passaggio di mezzi pesanti, senza dimenticare le preoccupazioni legate all’inquinamento atmosferico. L’area interessata confina con un sito di interesse comunitario della Rete Natura 2000, si trova a meno di 2 chilometri da un centro abitato, un luogo di culto e pellegrinaggio, e al centro della zona di produzione del latte per la rinomata casciotta di Urbino, una delle principali Dop casearie delle Marche.
Legambiente apprezza l’appello del sottosegretario Vittorio Sgarbi a difendere un paesaggio unico e chiede che vengano adottate tutte le misure necessarie per evitare la realizzazione di questa catastrofe ecologica.
L’organizzazione esige un’azione trasparente da parte delle amministrazioni pubbliche coinvolte, in particolare il comune di Pesaro e la provincia di Pesaro e Urbino, invitandoli a ritirare la loro partecipazione del 40% nella società Aurora.
Legambiente lancia anche un appello per una gestione globale dei rifiuti, affermando la necessità di realizzare impianti di economia circolare come alternativa alle discariche, con l’obiettivo di raggiungere l’eliminazione dei rifiuti. Sottolinea l’importanza di gestire e trattare i rifiuti in modo razionale, senza adottare approcci ideologici e senza privilegiare il profitto come priorità. La programmazione di una discarica per 25 anni e il conferimento di 5 milioni di tonnellate di rifiuti sembrano privilegiare il perseguimento del profitto, rischiando di creare un’emergenza nella gestione, mettendo a rischio sia l’ambiente che l’economia.