Caso Guerrina. Gratien, pm prova a interrogarlo. Chi informò il Vescovo della telefonata?

padre gratienIl pm Marco Dioni intende tentare un nuovo interrogatorio con padre Graziano dopo che il tribunale del Riesame ha confermato la custodia cautelare in carcere per omicidio volontario e distruzione del cadavere di Guerrina Piscaglia, descrivendo indole e comportamenti del sacerdote in modo durissimo, come soggetto pericoloso per le donne sprovvedute. Il pm vuol porre a Gratien Alabi domande in particolare su zio Francesco dato che l’arrestato non confessa un delitto che dice non aver compiuto e continuerebbe invece a indicare il personaggio – fantomatico per gli inquirenti e per i giudici – come colui che aveva con sé Guerrina all’inizio di maggio del 2014. Intanto, proprio intorno a zio Francesco ruota un nuovo “caso”, sollevato dalla trasmissione Chi l’ha visto? di mercoledì 20 maggio, e cioè la presunta violazione del segreto istruttorio che sarebbe avvenuta ad inizio di settembre. Lo scrive il gip Ponticelli nella sua ordinanza di arresto. Cosa sarebbe avvenuto? Qualcuno a conoscenza delle indagini avrebbe informato il vescovo che padre Graziano (passato da testimone a indagato) era finito nei guai per la famosa telefonata inviata col telefonino di Guerrina ad un prete nigeriano di Roma estraneo alla storia e che solo Gratien aveva in rubrica. A questa contestazione Gratien smise di rispondere agli inquirenti. Era il 5 settembre. L’arcivescovo Fontana, venuto a conoscenza della cosa, contattò padre Faustino, superiore di padre Graziano, affinché chiedesse chiarimenti a padre Graziano. Tra l’8 e il 10 settembre padre Graziano comunicò a padre Faustino la storia di zio Francesco (fino ad allora ignota, e per gli inquirenti un aggiustamento, una falsità) al quale, per errore, il primo maggio egli stesso avrebbe dato, per errore, quel numero di telefono anziché quello della catechista che, a suo dire, poteva aiutare Guerrina in fuga da casa. Corriere di Arezzo