Padre Graziano attende in carcere il gip Piergiorgio Ponticelli. La mattinata di lunedì 27 aprile è dedicata all’interrogatorio di garanzia. Ma sarà una scena muta. Il sacerdote congolese arrestato per l’omicidio di Guerrina Piscaglia e la distruzione del cadavere si avvale anche questa volta della facoltà di non rispondere. L’avvocato Luca Fanfani sta già lavorando all’istanza da presentare ai giudici del Riesame di Firenze. Entro dieci giorni il deposito, quindi i tempi tecnici per la fissazione dell’udienza. Entro il mese di maggio il tribunale fiorentino dirà se i motivi contenuti nell’ordinanza del gip sono validi per contestare il gravissimo reato a Gratien Alabi e se sussistono il pericolo di reiterazione del reato e di fuga. Il rischio che Alabi possa uccidere ancora deriva dalla telefonata nella quale all’amica rimena Cristina, che frequentava a Perugia fingendosi un professore, dopo che lei lo aveva riconosciuto, le disse: “Non mi parlare di Guerrina altrimenti ti metto nella lista…” Una frase ritenuta dagli inquirenti di valore minaccioso. Intanto domenica in carcere padre Graziano a partecipato alla messa celebrata dal cappellano don Dino Liberatori. Il Vangelo era quello del Buon Pastore che dà la vita per le sue pecore. Si avvicina il primo anno dalla scomparsa di Guerrina Piscaglia, il primo maggio. Per il marito Mirco Alessandriniil lunedì 27 aprile segna il ritorno al lavoro dopo due anni di cassa integrazione. Corriere di Arezzo
