Il giallo di Guerrina vive un’altra giornata inquietante. Resti prima sepolti nel bosco, quindi dopo qualche settimana bruciati e sezionati dopo essere stati disseppelliti da sotto terra. E solo allora riposti nell’ossario del piccolo cimitero di San Gianni, lì dove sabato è avvenuto il ritrovamento che da giorni fa discutere. E’ un’ipotesi che è trapelata nel corso della giornata, ha trovato fatalmente un grande scalpore ma che per ora ha ricevuto dalla Procura solo smentite.
Siamo ancora lì, due giorni dopo. Lì, tra i misteri del piccolo cimitero di Sestino. I Ris di Roma hanno raccolto alcuni resti di ossa umane rinvenute sotto ad una botola situata nella cappelletta che viene utilizzata come ossario. La nuova ipotesi, in base alle indicazioni scarne che filtrano dagli ambienti investigativi, potrebbe reggersi su un paio di elementi. Il terriccio che sarebbe stato ritrovato sopra le ossa (e che quindi potrebbe accreditare la pista di un disseppellimento dal bosco) e qualche annerimento nei poveri resti, base per l’eventuale ricostruzione del fuoco appiccato dopo il disseppellimento.
E’ solo questo e in quel caso sarebbero più chiare le smentite che arrivano dalla Procura? O ci sono invece elementi che ancora non sono stati rilevate e che, uniti a quelli che filtrano, permetterebbero almeno di dare uno spessore più logico alle ricostruzioni che si sono inseguite nel corso della giornata? E’ la domanda che al momento ci accompagna verso altre rivelazioni, fatto salvo che solo le analisi dei Ris potranno davvero dire una parola definitiva, se non altro su quelle povere ossa trovate nel cimitero.
E sullo sfondo perfino il particolare delirante, che non ha nè credito nè credibilità ma che pure fa parlare e discutere la gente, in particolare in quello spicchio di Valtiberina: la voce che ad indicare ai militari di Badia Tedalda il luogo dove cercare sarebbe stata una sensitiva. Ipotesi del tutto fantascientifica e che non potrebbe certo trovare la minima conferma. E che serve solo a raccontare il clima che ormai si vive tra quei boschi, tra quelle case di pietra, che da undici mesi sono alle prese con un mistero più grande di loro: la scomparsa di una donna, una madre di famiglia, senza lasciare dietro di sè alcuna traccia.
La segnalazione dei carabinieri che avevano rinvenuto le ossa durante un sopralluogo di ricerca nell’ossario del cimitero, era subito giunta in procura e lì è stato organizzata in tutta fretta l’operazione di sabato mattina, che ha lo scopo di capire se i resti possano appartenere a Guerrina Piscaglia, scomparsa il primo maggio scorso in un giallo per ora senza soluzioni. A metà mattinata sul posto, è arrivato anche il Pm Marco Dioni, che tuttavia non ha rilasciato alcuna dichiarazione nè prima nè quando è ripartito, dopo che i Ris avevano completato il loro lavoro. Ci vorranno probabilmente alcuni giorni per avere una qualche certezza sulle ossa: sono davvero di una donna? La loro datazione è compatibile con quella della sparizione di Guerrina? Gli inquirenti non nascondono un minimo di scetticismo ma al tempo stesso non vogliono lasciare niente di intentato. I resti umani sono stati rinvenuti da qualcuno che ha poi avvertito i carabinieri. Il resto è stato il tempo di organizzare il blitz in località San Gianni. Il resto, cronisti, abitanti del luogo e anche turisti ospiti di una casa vacanza della zona, lo hanno osservato praticamernte in diretta.
Un vecchio cimitero transennato dai carabinieri, a qualche centinaia di metri dal paesino di San Gianni, sulla strada fra Ca’ Raffaello e Sestino, nel comune di Sestino. Eccolo il teatro dell’ultima puntata del giallo di Guerrina: i Ris che nel sabato santo si precipitano in questa località di montagna per i loro rilievi scientifici su alcuni brandelli umani, nei pressi dell’ossario del cimitero. Il ritrovamento è avvenuto in circostanze che ancora gli inquirenti non rivelano ufficialmente anche se si sa che sono stati loro stessi ad arrivare al cimitero di San Gianni. Può essere tutto e può essere anche niente, a questo punto solo le analisi potranno dirlo. Ma chi indaga le tenta tutte, nella speranza di arrivare a una soluzione nel giallo della casalinga scomparsa ormai da undici mesi e tre giorni, il primo maggio del 2014. Comunque sia, a meno di clamorose svolte come potrebbe essere la scoperta di un documento o di un altro oggetto che consenta un’indentificazione rapida, ci vorranno giorni per arrivare a una qualche verità sulle ossa di San Gianni.
Il tempo per avere un responso dai laboratori scientifici dei Ris. Per primi, sabato mattina presto, sono arrivati i carabinieri della compagnia di Arezzo, che hanno provveduto al transennamento del cimitero, per tenere lontani i curiosi e consentire che si svolgano in pace le operazioni di recupero delle ossa. Non è strano che se ne trovino nei pressi dell’ossario di un cimitero, come a dire che non c’è alcuna certezza di un collegamento con Guerrina. Ecco perchè in procura ci vanno molto cauti. Nei pressi di San Gianni, ciuffo di case attorno a una vecchia Pieve, c’è anche uno dei laghi che nei mesi scorsi erano stati scandagliati alla ricerca di un cadavere, non lontano da una vecchia canonica, ma allora non si era arrivati ad alcun risultato concreto. E intanto la suspense sul mistero di Guerrina cresce, come l’attesa di imminenti novità giudiziarie sulla posizione di Padre Graziano, il principale sospettato per la scomparsa, anche se lui ha sempre negato di sapere qualcosa.
La Nazione