Vogliono fare carriera e avere promozione grazie a questo caso». Padre Gratien Alabi torna in tv e lancia accuse. Con tutta probabilità rivolte alla procura, agli investigatori e al magistrato che si occupa del caso, anche se il prete, accusato dell’omicidio di Guerrina Piscaglia (sparita due anni fa da Ca’ Raffaello in Valmarecchia) non fa nomi. Per padre Gratien si avvicina il momento della verità e sul piccolo schermo, dal convento romano dei premostratensi, dove sta scontando gli arresti domiciliari rimessi in dubbio dalla sentenza della cassazione, dice di soffrire: «Guerrina? Spero sia ancora viva e le chiedo di tornare, di farsi viva. Soffro fisicamente e mentalmente per lei, per suo marito Mirco. Lui mi chiede di dire la verità, ma come faccio a saperla se non la sa lui che è suo marito? Soffro più di lui». Gratien ribatte secco: «Non ho mai avuto rapporti sessuali nè con Guerrina, nè con altre donne. Non ho mai ucciso o sequestrato qualcuno. Mi sento vittima di un complotto e del razzismo». Poi ammette di aver già perdonato «chi mi ha accusato e chi testimonia contro di me». Ma la domanda resta sempre la stessa: il presunto zio Francesco, che avrebbe aiutato Guerrina a fuggire da Sestino, esiste veramente? «Su questo non posso dire nulla: c’è un processo in corso». Intanto il marito di Guerrina, Mirco Alessandrini, lancia un nuovo appello verso l’ex amico e ex parroco di paese: «Non sta dicendo la verità. Spero che piano pianolo faccia. Mia moglie manca ogni giorno di più. A volte, quando sono nella nostra casa, mi sembra di sentirla camminare dietro di me». Il Resto del Carlino
