
L’abate incontrerà per qualche minuto padre Gratien da solo, per un incontro spirituale, un momento di preghiera. Poi i due si ritroveranno con l’avvocato Francesco Zacheo. Anche il legale sarà in carcere, oggi, per parlare con il frate congolese. Insieme all’altro avvocato, Riziero Angeletti, sta preparando un nutrito fascicolo per affrontare il processo del 4 dicembre in Corte d’Assise. E oggi analizzerà con Alabi anche il materiale per l’appello del 30 novembre a Firenze per la scarcerazione chiesta dal frate congolese.
La difesa vuole dimostrare che il prete non è un uomo pericoloso, e non rischia di fuggire. «Non ha passaporto e con il braccialetto elettronico gli inquirenti potranno vedere ogni suo spostamento – spiega Zacheo – Speriamo che in appello padre Gratien riuscirà ad ottenere i domiciliari, sempre nel convento romano». Nel frattempo le comunità congolesi sparse in Italia e in Europa stanno andando avanti con la colletta per pagare le spese legali a padre Alabi. E i medium di tutta Italia si scatenano con visioni e supposizioni. In una relazione dei carabinieri di Livorno, una sensitiva dice che il corpo di Guerrina sarebbe «sepolto vicino ad un albero nei pressi di un mulino». Il Resto del Carlino