Sarebbe stato sezionato con la lama di un grosso coltello il corpo di donna ritrovato nell’ossario di San Gianni (Sestino) e che potrebbe appartenere a Guerrina Piscaglia. Lo anticipa il Corriere di Arezzoin edicola (edizione 9 aprile). Non è chiara ancora la successione con cui è stato fatto scempio del cadavere: se è stato tagliato a pezzi subito dopo la morte o dopo la prima sepoltura, se prima o dopo essere stato bruciato.
Mentre i Ris di Roma lavorano per estrarre il dna dal tessuto osseo (serve tempo per la decalcificazione) a Pisa il professor Marco Di Paolo, medico legale, porta avanti altri accertamenti. Nella giornata di oggi, giovedì, è prevista la Tac sullo scheletro ritrovato il Sabato Santo nell’ossario della cappella del cimitero di San Gianni. L’esame serve per individuare fratture e altre importanti indicazioni. Resta da chiarire l’aspetto relativo al cranio e in particolare al ponte d’oro nell’arcata superiore destra, particolare che non trova riscontro nei ricordi dei familiari della Piscaglia e del dentista. Ma l’assenza di radiografie per la comparazione rende tutto molto complicato. Corrispondono a Guerrina invece i dati antropometrici (misure e struttura).
Intanto a San Gianni, meno di dieci chilometri da Cà Raffaello, il Corriere di Arezzo raccoglie testimonianze di persone che la scorsa estate hanno visto di frequente padre Graziano al chiosco, nei pressi della chiesa medievale che dista pochi metri dal cimitero del ritrovamento delle ossa. In agosto il sacerdote indagato celebrò anche un matrimonio nella chiesa che non rientrava nella sua parrocchia. Conosceva i luoghi. Emerge anche una telefonata ad una persona di San Gianni fatta il primo maggio, giorno della scomparsa di Guerrina. Corsa contro il tempo degli inquirenti: si cerca di disporre del risultato dei Ris prima del 25 aprile, quando cessa l’efficacia della misura cautelare (divieto di espatrio) per padre Graziano.
Intanto sulle tv nazionali il caso va in onda a ciclo continuo, dalla mattina a notte inoltrata. Anche Porta a Porta ha dedicato spazio alla vicenda. L’avvocato Luca Fanfani a Chi l’ha Visto, presenti anche il marito di Guerrina, Mirco Alessandrini, e l’avvocato Francesca Faggiotto, ha sottolineato che, anche se i resti fossero di Guerrina, nulla cambierebbe per Gratien Alabi, per il quale finora non esistono elementi per sostenere qualcosa di più del “favoreggiamento” verso ignoti. Dal corpo, ammesso che sia di Guerrina, sembra piuttosto emergere un coinvolgimento di più persone, e andrebbero dimostrate tracce o elementi riconducibili a padre Graziano su quei resti. In ogni caso l’ipotesi dell’arresto rimane uno scenario possibile. Corriere di Arezzo