Il servizio de Le Iene andato in onda il 7 marzo scorso su Italia 1 ha sollevato un polverone sul Titano, ma la trasmissione Le IENE difende Eleazaro Rossi, il comico di Bertinoro che ha tenuto un monologo controverso sulla Repubblica di San Marino: “La satira funziona così, non c’è dolo, né offesa. Sollevare polemiche non ha senso”, affermano.
Sebbene vari consiglieri, soprattutto quelli di Rete, chiedano le scuse de Le Iene e il Congresso stia decidendo se avviare azioni legali, la trasmissione di Mediaset si difende sostenendo, a mio modo di vedere in maniera un po’ imbarazzante, che il monologo di Rossi non sarebbe cambiato parlando di altre città, poiché la satira e l’ironia sono il tratto distintivo de Le Iene.
“È il tratto distintivo de Le Iene che altrimenti non sarebbero tali”, affermano. “Per noi questa polemica è nulla”, dichiarano, sottolineando che “Eleazaro fa quei monologhi, che possono piacere o no, ma sono i suoi pezzi, il suo modo di fare e soprattutto la sua vena artistica”.
La satira sembra essere una forma di espressione legittima per la trasmissione di Mediaset, che non ha alcuna intenzione di arrendersi alle critiche: “La satira funziona così, non c’è dolo, né offesa”, ribadiscono gli inviati. Insomma, per Le Iene il monologo sembra essere solo una questione di opinione, una forma di critica che esiste da sempre e che non ha mai avuto l’intenzione di offendere.
Per la giurisprudenza CEDU, ma anche sammarinese, non sarebbe proprio così sebbene il grado di punibilità della satira sia molto basso, la satira non è immune da limiti e restrizioni in determinate circostanze, ad esempio se viene utilizzata per diffamare o insultare le persone o le istituzioni; le ingiurie ed il linguaggio scurrile non sono ammessi. Nel caso del monologo di Eleazaro Rossi, sembra che ci fosse la volontà di offendere in maniera becera e scurrile, e quanto mai inopportuna, uno Stato sovrano che non è casa sua – diversamente da quello che hanno detto LE IENE –, invece, ha dimostrato di essere disponibile ad accogliere profughi, dissidenti ed imprenditori alla ricerca di nuove opportunità.
Le parole di Rossi sono state altamente offensive e diffamatorie, e che questo non è stato mitigato dal fatto che siano state dette in una trasmissione satirica come quella delle IENE. Al contrario la vasta diffusione delle sue parole, in ambito nazionale Italia, ha aumentato l’impatto e la gravità delle sue dichiarazioni ed acuito il loro effetto negativo.
La Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) ha affermato il principio che la libertà di espressione non è illimitata e che la satira non può essere utilizzata come scusa per diffamare o insultare le persone o le istituzioni in diverse sentenze come queste che ho elencato qui sotto:
1) Mouvement raëlien suisse c. Svizzera, del 13 luglio 2012: la Corte ha stabilito che la libertà di espressione non copre il diritto di diffamare o di insultare le persone o le istituzioni, anche se questo viene fatto in forma di satira.
2) Feret c. Belgio, del 16 luglio 2009: la Corte ha ritenuto che la libertà di espressione non giustifica l’uso di un linguaggio diffamatorio o ingiurioso, anche se questo viene fatto in forma di satira.
3) Oberschlick c. Austria, del 23 maggio 1991: la Corte ha stabilito che la libertà di espressione non può essere utilizzata come scusa per diffamare o insultare le persone o le istituzioni, anche se questo viene fatto in forma di satira.
4) De Haes e Gijsels c. Belgio, del 24 febbraio 1997: la Corte ha ribadito che la libertà di espressione non giustifica l’uso di un linguaggio diffamatorio o ingiurioso, anche se questo viene fatto in forma di satira.
5)Karhuvaara e Iltalehti c. Finlandia, del 15 novembre 2007: la Corte ha affermato che la satira non è una giustificazione per la diffamazione o l’insulto delle persone o delle istituzioni, e ha condannato i ricorrenti per aver pubblicato un articolo che era stato considerato diffamatorio nei confronti di un politico finlandese.
Con queste mie parole spero di aver offerto una spiegazione chiara e comprensibile riguardo a questo aspetto che sembra essere molto discusso e controverso.
Marco Severini