Caso Mose-San Marino. Minutillo: ”Era proprio Galan che sollecitava le false fatturazioni della Bmc”

claudia-minutillo-giancarlo-galan-300x254“Canada, Svizzera, Cipro e Gran Bretagna battevano nel cuore del gruppo Mantovani ma mai come San Marino”.

Secondo la ricostruzione della Procura di Venezia riportata dal giornalista Roberto Galullo de “ilSole24Ore”, infatti, la cassaforte societaria dei fondi occulti passava dal Titano: “Degli oltre 20 milioni di risorse extra bilancio costituite tra il 2005 e il 2013, la metà era infatti nei forzieri sammarinesi”.

La Guardia di finanza ha cominciato

“a lavorare sulle triangolazioni estere” il 9 marzo 2011 e a dicembre ha “ricostruito la fitta rete di rapporti tra Mantovani Spa e Bmc Broker con sede sulla Rocca, che risalivano al 2004, anno nel quale la Regione Veneto, con Giancarlo Galan governatore, stipulò un protocollo com- merciale con la Repubblica di San Marino nel campo del project financing e della realizzazione di opere di reciproco interesse”.

il Gip Alberto Scaramuzza il 31 maggio ha firmato l’ordinanza dell’indagine che sta sconvolgendo Venezia, a pagina 11 annota che lo stesso Galan era di casa sul Titano: “Nel 2005 si fece versare 50mila euro su un conto corrente acceso presso una banca di San Marino”.

Inoltre Claudia Minutillo risulterebbe ben informata sul sistema degli appalti legati al Mose e punterebbe il dito contro Galan, incolpandolo di aver sollecitato le false fatturazioni della Bmc di San Marino.

“L’ex segretaria di Giancarlo Galan ed ex compagna di William Colombelli, già console a disposizione di San Marino – riporta San Marino Rtv sul sito web -, si era messa in proprio, a capo dell’Adria infrastrutture, società in realtà controllata dal gruppo Mantovani. E proprio grazie a questa società avrebbe fatto il salto di qualità conquistando appalti regionali che le sarebbero arrivati grazie ai buoni uffici dell’ex assessore Renato Chisso, Forza italia, braccio destro di Galan”. La Bmc di San Marino, prima di finire nella black list e divenire quindi inutilizzabile, come ha rivelato negli interrogatori Nicolò Buson, ex ad della Mantovani, invece, “eseguiva operazioni che creavano fondi neri all’estero, poi destinati a pagamenti di tipo corruttivo”.

Ma non è fiinta qui: sempre dagli interrogatori, riportati nelle oltre 700 pagine dell’ordinanza, la Minutillo ha riferito che i politici Chisso e Ga- lan “non solo erano consapevoli del fatto che i soldi che arrivavano loro derivavano dalle false fatturazioni della Bmc Broker di Colombelli, ma che anzi erano loro stessi a sollecitare, per conseguire le somme che si aspettavano dal Gruppo Mantovani”