Caso Smi, Titano dovrà pagare 18 mila euro. San Marino condannato a Strasburgo: 15 mila euro per spese legali, 3 mila euro per i danni morali. Beneficiario Maurizio Nicastro. Parla Bellatti Ceccoli.

bellatti ceccoliRigettati i ricorsi di altri 3 ex correntisti. Parla Bellatti Ceccoli.

Il Titano dovrà pagare in totale 18mila euro al signor Maurizio Nicastro per aver violato l’articolo 8 della Cedu, Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, sul rispetto della vita privata.

È questo in sostanza ciò che la Corte europea dei Diritti dell’uomo di Strasburgo ha stabilito nella propria sentenza depositata qualche giorno fa e di cui è stata data notizia nei giorni scorsi.

Nella corposa sentenza pubblicata in lingua inglese emerge che originariamente a fare ricorso sono stati quattro soggetti ma che per tutti sono stati trovati dei problemi procedurali eccetto che per il signor Nicastro.

A rappresentare la difesa della Repubblica di San Marino Lucio Leopoldo Daniele, già dirigente del Clo, e da Guido Bellatti Ceccoli, già Ambasciatore della Repubblica di San Marino presso il Consiglio d’Europa.

C’è stata un’interpretazione della Corte – commenta Ceccoli a Tribuna – secondo la quale esiste una violazione dell’articolo 8, sulla vita privata, per la comunicazione di questi documenti bancari da parte di San Marino”. L’ambasciatore sottolinea quindi come i giudici europei abbiano respinto le accuse di violazione dell’articolo 6.1 della Convenzione, in merito all’equo processo, avanzate dai ricorrenti. “L’accusa – spiega – era di non aver avuto giudici competenti nelle cause sammarinesi. Invece la corte ha stabilito che avevano tutti gli strumenti per difendersi, come testimoni e non come imputati”.

Per loro dunque “non è stata una vittoria totale”.

A dimostrarlo secondo Ceccoli anche l’esiguo ammontare del danno economico riconosciuto. Dei 18 mila euro infatti bel 15 mila sono per il rimborso delle spese processuali di Nicastro, mentre gli altri 3 mila sono per il “danno morale”. Una somma talmente bassa – evidenzia il diplomatico – “che fa capire come il danno sia stato riconosciuto non enorme dalla stessa Corte”.

A maggior ragione poi se questa somma si compara con la richiesta degli istanti di 1 milione di euro “a titolo di danno non patrimoniale – scrivono i giudici – in ragione della continua ansia, stress, senso di impotenza e profonda frustrazione subiti” e per le “ripercussioni sull’attività di vita e affari personali”.

Che può succedere ora?

Innanzitutto San Marino deve pagare i 15 mila euro più gli interessi bancari entro tre mesi. Poi c’è la possibilità di appellarsi alla Grande camera qualora si ritenga- spiega ancora Ceccoli- “che ci sia un rischio di cattiva interpretazione o rischio di non applicazione della sentenza. La Grande camera può confermare o modificare il giudizio, ma può anche ribaltarlo completamente”.

Ancora però è troppo presto però per decidere. “Stiamo studiando gli incartamenti – commenta – e vedremo se ci sono la base giuridica e la volontà politica di procedere”.

Dal punto di vista economico la cosa non è finita qui. Nicastro, sentenza di Strasburgo alla mano, può infatti imbastire un procedimento civile sul Titano di richiesta danni. E con lui anche chi, degli oltre 1.400 correntisti della Smi non indagati nella vicenda, si sono trovati nella stessa situazione.

Davide Giardi, La Tribuna