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Ogni partito nuovo che nasce rende più evidente l’assenza dei partiti.
Tutti fanno partiti nuovi, sempre a propria immagine e somiglianza, sempre per il nostro bene.
Non ripeto il verso di Gaber per non essere offensivo.
E vabbè, ci sta, si esce da partiti personali per fare un nuovo partito, democratico, aperto, si dice, sino a quando un altro o un’altra persona abbandona quel partito perché non democratico e non aperto, personale anch’esso, per fare un altro partito aperto e democratico, personale. Sino alla prossima.
Non faccio la morale a nessuno, ci sono passato anche io.
E’ il principale problema della democrazia in Italia, la politica senza partiti.
La democrazia senza partiti democratici non esiste.
Esistono le corporazioni e le lobby e gli spioni e i dossier e il cecchinaggio.
Poteri diffusi e scollegati dal voto.
Si votano i partiti( o presunti tali) e comandano altri. Decidono altri.
L’altro giorno, Paolo Mieli, da Porro, ha detto una cosa che doveva prendere i titoli di tutti i giornali e i telegiornali e i talk, in riferimento al caso Striano: e’ una cosa enorme che rende inutile il voto. Boom? No, silenzio.
Violante era stato più preciso: sono poteri costruiti sullo spionaggio e sui dossier che attraversano come lame tutti i poteri costituzionali, partiti, parlamenti, magistratura, tutto. Boom? No silenzio.
Perché? Perché, spesso anche se non tutti, i giornali, i giornalisti, i partiti personali, le correnti personali dei partiti confederali, le correnti della magistratura e un po’ di Striano in giro, sono, non pochi, dentro questo gioco delle lame che attraversano i poteri costituzionali che smettono di essere poteri e diventano terreni di conquista.
Di cosa? Di potere. Slegato dal voto.
Succede, spesso, che una o più corporazioni e uno o più’ corpi dentro le corporazioni giocano per sé.
Ognuno è impegnato a far valere la propria corporazione e il proprio corpo, dentro questa grande, enorme forma di formaggio andata a male che è la democrazia italiana.
Scavano, scavano, addentano tutto, senza accorgersi che il formaggio non ha più forma.
E succede di tutto. E la politica è accusata di tutto, da tutti, da ogni corporazione, da ogni corpo, da ogni imbonitore televisivo, da ogni spione, sempre, raccontata come il male assoluto, come responsabile di tutto quando in realtà non conta niente.
Accusata da tutti perché non conta niente, appunto.
Contasse, non succederebbe.
Da 30 anni e’ così. Salvo momenti, pochi e brevi.
E siccome non conta niente si accoda a chi conta.
E fa danni.
Produce leggi dell’apparire. Dell’apparenza.
O leggi che danno più potere alle corporazioni.
E’ la politica dell’autodissolvenza.
Con eccezioni, che però rimangono eccezioni.
Piccoli flash.
Sergio Pizzolante