
(ANSA) – ROMA, 06 OTT – “Ho saputo questa mattina della
scompagna di Gian Piero Ventrone: si è sentito male e se n’è
andato in un attimo. Purtroppo, la leucemia fulminante non
lascia scampo. Ho un bel ricordo di lui. Quando viene a mancare
qualcuno si dice sempre: ‘ci mancherà’. Lui, però, ci mancherà
veramente, non per modo di dire”. Così, all’ANSA, il professore
Enrico Castellacci, capo dello staff sanitario della Nazionale
azzurra di calcio campione del mondo nel 2006, ricorda Gian
Piero Ventrone.
“Lo chiamavano il ‘marine’, in Cina abbiamo trascorso tanto
tempo assieme, soprattutto durante il periodo del Covid –
aggiunge -. Lo conoscevo molto bene e lo apprezzavo molto, per
la sua meticolosità e la grande professionalità. Portava con sé
valori militari, come un innato senso dell’onore e della
disciplina. Del resto, militare lo era stato veramente. A tavola
si scherzava e lui ci faceva sentire sempre l’inno dei berretti
verdi. Era all’avanguardia, studiava sempre: gli chiedevo ‘cosa
fai?’, magari avevamo la mattinata libera, e lui ‘devo
studiare’. Però, alla fine, dava gli imput giusti. I calciatori
lo sentivano, con quel piglio particolare da marine. Antonio
Conte ha sempre visto in lui la figura del grande preparatore.
La sua figura ci mancherà realmente. Mi sembra talmente strano
che non ci sia più, con quel suo sorriso. E poi, era uno che ci
teneva alla dieta e al fisico; non fumava, mi diceva spesso di
controllarlo. Era un fanatico della propria salute. Ma, di
fronte a una leucemia così cattiva e invasiva, c’è nulla da
fare”. (ANSA).
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