Il governo catalano: si può votare in ogni locale adibito a seggio anche con le schede elettorali stampate a casa. Madrid: “Vergogna, non c’è alcuna legalità”. Pep Guardiola: “Ho votato per posta”
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I seggi per il referendum sull’indipendenza della Catalogna si sono aperti alle 9, ma centinaia di persone si erano messe in coda già dalla notte per non mancare all’appuntamento. Immediate le tensioni, con la Guardia Civil (la polizia nazionale) che ha fatto irruzione in un seggio di Girona. Non un seggio qualsiasi. Qui alle 9.15 era previsto che votasse il presidente della Generalitat della Catalogna, Carles Puigdemont. Impedire il suo voto aveva un alto valore simbolico. Poco dopo, però, il leader catalano ha fatto sapere di aver votato in un altro seggio.
“Qualunque cittadino può andare a votare in ogni punto elettorale e avrà la doppia conferma del suo voto, questo rallenterà il procedimento ma garantirà che tutti possano votare”, ha detto il portavoce del governo catalano, Jordi Turull. Secca la risposta di Madrid: il referendum ha “perso ogni rispettabilità e credibilità democratica. Per la prima volta nella storia mondiale delle elezioni si cambiano le regole del gico 45 minuti prima che si aprano le urne, con l’unico obiettivo di forzare il risultato delle elezioni. Senza alcun censimento, con schede portate da casa, senza timbri. È una vergogna elettorale”.
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