ASSOLTO perché il fatto non costituisce reato. Enrico Del Prete, consigliere del comune di Cattolica nella coalizione Arcobaleno-Sel-Rifondazione (difeso dall’avvocato Gabriele Marra del foro di Urbino) tira un respiro di sollievo: il giudice ha ritenuto che non avesse in alcun modo favorito la moglie e il figlio nelle veste di scrutatori nell’ambito delle elezioni politiche del 2013.
Finisce un incubo.
«Sì, adesso mi hanno restituito la mia vita. In 56 anni ho preso solo una multa e il giorno dopo sono corso a pagarla. In 35 anni di lavoro mai un richiamo: quando ti arrivano addosso queste accuse ti devastano».
E’ convinto di avere fatto il suo dovere anche allora?
«Se così non fosse non sarei stato assolto con formula piena. Io ho solo cercato di fare il bene degli uffici portando persone brave e competenti».
Forse non era il caso da un punto di vista dell’opportunità.
«Facevo parte di una commissione di cinque persone e nessuno ha mai sollevato un dubbio, anche perché la legge lo permette. Ma bastava che qualcuno dicesse ‘non è il caso’, mi facesse capire qualcosa e, sicuramente, tutto questo non sarebbe successo. Stiamo parlando di 139 euro lordi a testa…»
Qual è stato il momento più duro?
«Quando le persone che conoscevo da una vita all’improvviso non mi salutavano più e mio padre di 86 anni che piangeva e mi chiedeva che cosa avevo combinato».
Adesso cosa farà?
«Sorrido perché da tanto tempo non lo facevo più e, assieme alla mia famiglia, mi riprendo la mia vita. Ma non credo mi ricandiderò più».
Nel senso che lascia la politica?
«Con ogni probabilità sì. Questo è il mio secondo mandato e ho potuto toccare con mano che la politica può essere qualcosa di molto brutto. Più precisamente: se una persona ti vuole fare del male riesce a fartene tanto. E non solo a te».
