«NEL PROGRAMMA della recita non c’è alcun riferimento al Natale. Niente Gesù Bambino, niente stella cometa, niente pastorelli, ma nemmeno il classico abete o i cori tradizionali. Che fine hanno fatto le nostre radici e la nostra cultura? Come cattolica e come cittadina italiana non posso che sentirmi in qualche modo discriminata. Per questo motivo ho deciso che mia figlia non parteciperà allo spettacolo». Lo sfogo parte da Rita Gruppioni, mamma di una bimba di nove anni che frequenta la scuola elementare ‘Repubblica’ di Cattolica. Questa sera alle 20.30 gli alunni delle classi quarte saliranno sul palco del salone Snaporaz, in piazza Mercato, per portare in scena una rappresentazione dal titolo «Insieme mi piace» (ieri sera è toccato ai piccoli studenti della ‘Carpignola’), nato nell’ambito di un progetto educativo da tempo avviato dalla dirigenza scolastica. Uno spettacolo a base di canti, musica, balli e recitazione, ispirato ai temi «della pace, della fratellanza e dell’integrazione». Ma anche se cade a ridosso delle feste, la recita non contiene alcun accenno alle icone e ai temi tipici del Natale. Cosa, questa, che non è andata giù alla mamma cattolichina, che ha così preso la decisione di non accompagnare la figlia al salone Snaporaz.
«RIBADISCO quello che ho già detto: se queste sono le condizioni, non credo sia giusto permettere alla mia bambina di prendere parte all’evento. Sull’invito recapitato a casa si parla chiaramente di ‘festa di Natale’. Eppure lo spirito natalizio sembra essere stato del tutto cancellato. Mi domando che senso abbia tutto questo. D’accordo: a Cattolica ci sono anche tanti bambini stranieri. Questo però non significa che si debba depennare del tutto le nostre tradizioni. Perché invece non affiancare ai simboli e ai canti delle nostre festività anche quelli di altre culture? Questo significa fare integrazione. Personalmente mi ritengo una persona aperta e curiosa: mi sarebbe piaciuto molto poter vedere sul palcoscenico dei riferimenti a usanze diverse dalle mie. Sarebbe stata un’occasione per approfondire la conoscenza di altri popoli.
IN QUESTO modo, invece, è stata compiuta un’operazione di ‘sottrazione’, che ha svuotato un momento gioioso di ogni significato. Anche perché – conclude la signora Gruppioni – durante la serata saranno proposti canti ispirati a tradizioni asiatiche o africane, ma non ci sarà alcun coro dedicato al Natale. Questo, a mio avviso, è inaccettabile, così come è inaccettabile che nella scuole elementare di mia figlia non sia stato allestito il presepe o un albero. Non voglio sollevare inutili polveroni o usare parole che possano essere strumentalizzate: penso solo che a Cattolica ci si sia dimenticati della nostra identità».
Resto del Carlino