SARA’ sentito questa mattina dal gip di Rimini all’udienza di convalida, Mirko Cerri, 44 anni, cuoco, di Cattolica indagato in relazione all’investimento di tre donne sulle strisce pedonali a San Giovanni, avvenuto giovedì scorso, intorno alle 19,30. Una delle donne, Nevia Cavoli, 87 anni, che era su di una carrozzina a rotelle, è poi deceduta.
L’uomo si è presentato domenica alla caserma dei carabineri dicendo che il ‘pirata’ era lui. Era fuggito in preda allo choc, terrorizzato.
«Sono quattro giorni che non dormo per il rimorso. Io quello donne veramente non le ho viste». Queste le prime parole che l’uomo ha pronunciato al cospetto dei carabinieri. Poi è stato arrestato, questo perché non si è costituito entro 24 ore dal fatto.
Le ipotesi di reato a suo carico sono: omicidio colposo, lesioni colpose, fuga e omissione di soccorso.
Cerri, dopo la confessione, ha anche fatto ritrovare l’auto con la quale ha investito le tre donne, una Citroen Xsara colore giallo oro, sulla cui carrozzeria erano evidenti i segni dell’investimento.
Gli inquirenti hanno cercato di ricostruire il tragico incidente, ma ancora non è chiaro che cosa gli abbia impedito di vedere le tre donne. Al vaglio le immagini registrate dalle telecamere degli esercizi commerciali e il tabulato del telefonino per capire se l’uomo lo stesse usando e fosse distratto da un eventuale messaggio o conversazione. Ipotesi che potrebbe essere plausibile visto che sul luogo del sinistro non ci sono segni di frenate e un’automobilista che nel momento dell’incidente era con la sua vettura dietro a quella di Cerri ha raccontato di aver visto l’auto tirare dritto, proprio come se quelle donne non esistessero, almeno non nel suo campo visivo.
La difesa dell’uomo è stata assunta dall’avvocato Andrea Mandolesi del foro di Rimini che era stato inizialmente nominato d’ufficio.
«Da quello che ho potuto capire, non era ubriaco e per quanto riguarda il telefono saranno gli inquirenti a dirci se in quel momento lo stava usando – afferma il legale –. Mi è sembrata una brava persona, con questo non voglio certo giustificare la tragedia e non posso fare a meno di pensare al dolore dei familiari di questa signora che non c’è più. Ma ho visto un uomo veramente disperato per quello che ha fatto, distrutto dal rimorso, ancora sotto choc. Quando gli è stato chiesto perché non si sia costituito subito così almeno avrebbe evitato l’arresto, ha risposto che lui non lo sapeva. Non conosce nessun avvocato al quale poter chiedere un consiglio. Mi auguro, comunque, che il gip gli conceda gli arresti domiciliari».
Resto del Carlino