Un nuovo episodio di intolleranza scuote il calcio giovanile. Durante la partita dell’8 marzo tra Città di Cattolica e Rivazzurra, nel campionato provinciale Under 15, alcuni genitori hanno rivolto insulti omofobi e oscenità ripetute all’arbitra sedicenne, una ragazza poco più grande dei giovani calciatori in campo. Un comportamento inaccettabile che ha portato a una dura sanzione disciplinare.
Il giudice sportivo del Comitato di Rimini, l’avvocata Maria Luisa Trippitelli, ha stabilito che la squadra Under 15 del Città di Cattolica dovrà disputare i prossimi tre incontri senza pubblico, come misura punitiva per la “funzione educativa svilita” dai comportamenti sugli spalti. Inoltre, la società è stata multata per 200 euro a causa delle intemperanze dei propri sostenitori.
Il club ha preso immediatamente le distanze dall’accaduto. Il presidente Matteo Semprucci ha espresso il suo rammarico: “Sono profondamente dispiaciuto per quanto successo. Chiedo scusa all’arbitro, al suo tutor e a tutti coloro che hanno assistito a questa scena indegna. È un episodio vergognoso che non rispecchia i valori della nostra società”.
Il caso riaccende il dibattito sulla violenza verbale nei campionati giovanili e sulla necessità di un maggiore impegno per garantire un ambiente sano e rispettoso nei settori giovanili del calcio italiano.