Hanno lavorato nei campi, partecipato a laboratori e ascoltato le toccanti testimonianze dei familiari delle vittime di mafia. Quattro giovani cattolichini sono tornati dal Campo estivo sui beni confiscati alle mafie di Cerignola, un’esperienza formativa e di volontariato che li ha segnati profondamente. Ricevuti a Palazzo Mancini dal vice sindaco e assessore alle Politiche giovanili Federico Vaccarini, i ragazzi hanno condiviso quanto appreso durante la settimana trascorsa dal 7 al 13 luglio 2025, presso il bene confiscato “Terra Aut”, gestito dalla cooperativa sociale Altereco.
Il Campo, organizzato nell’ambito del progetto nazionale “E!state liberi” promosso da Libera e dalle associazioni Sergio Zavatta Onlus e Aps Malatempora, offre ai ragazzi tra i 14 e i 25 anni un’occasione unica e gratuita per crescere nella consapevolezza civile e nella lotta contro la criminalità organizzata. Ad accompagnarli al campo, i coordinatori Valerio Minicucci, Gianluca Depaoli, Maroua Jebroun e Fulvio Lepore.
“I piccoli gesti quotidiani insegnano cosa significhi stare dalla parte giusta, contro la mafia,” hanno raccontato i giovani partecipanti Vittoria Galluzzi, Roberto Pretolani, Annalù Di Roberto ed Emanuel Montesano. L’esperienza ha incluso anche incontri con i familiari delle vittime, che hanno narrato con forza le sofferenze subite.
Il vice sindaco Vaccarini ha sottolineato l’importanza simbolica del Campo: “Un terreno confiscato alla mafia è la riaffermazione dello Stato contro l’anti-Stato, della giustizia contro l’illegalità. I nostri giovani, vivendo questa esperienza, acquisiscono una coscienza nuova e la responsabilità di scegliere ogni giorno da che parte stare. È bello sapere che molti sono già pronti a tornare il prossimo anno.”
Per alcuni dei ragazzi, la partecipazione è nata dall’entusiasmo generato dai laboratori sulla legalità condotti nelle scuole, grazie all’educatrice Gaia Trunfio e all’assessora alla legalità Claudia Gabellini. I coordinatori Minicucci e Michael Binotti spiegano che “l’antimafia non è solo memoria, ma la costruzione quotidiana di alternative concrete: vivere la comunità, il lavoro collettivo e il rispetto del territorio sono passi fondamentali per diventare cittadini consapevoli.”