L’HA UCCISA a coltellate, colpendola ripetutamente, dopo averla picchiata a sangue e poi si è tolto la vita mentre, nell’altra stanza in quella bella villetta a schiera vicino allo stadio, a Cattolica, i loro due gemellini di tre anni stavano giocando, ignari della tragedia che si stava abbattendo sulla loro vita. Ad armare la mano dell’uomo, Raffaele Ottaviani, 29 anni, residente a Cattolica, un’attività ben avviata di rottamazione auto insieme ai fratelli, sarebbe stata la gelosia. Pare che la moglie, Ivana Intilla, 27enne cameriera a Riccione, una bella ragazza della provincia di Caltanisetta, pochi giorni prima dell’omicidio-suicidio, gli avesse comunicato la sua intenzione di lasciarlo. Ma sono solo voci che si rincorrono, fra le lacrime e il dolore di chi conosceva bene quei giovani sposi e i loro bellissimi gemellini. Che qualcosa non funzionasse più in quella coppia era risaputo da almeno un anno. Il loro rapporto era giunto al capolinea tra molte liti. Ma ieri pomeriggio, verso le 16, nella mente di Ottaviani è scattata una molla improvvisa e devastante. Marito e moglie hanno iniziato a litigare violentemente. L’uomo, prima l’ha pestata a sangue, poi, è corso in cucina dove ha afferrato un coltello. In camera da letto l’ha raggiunta e colpita in più parti del corpo, lasciandola priva di vita, sul pavimento. Qualche vicino racconta di averlo visto uscire di casa per poi rientrare immediatamente. Il tempo di tornare in camera, adagiarsi sul letto, per poi rivolgere il coltello con il quale aveva massacrato la moglie contro di sè al petto e al collo. Nella stanza accanto c’erano i loro figlioletti. A trovare i corpi senza vita dei due sposi è stata la madre di Ivana.
LA DONNA, insospettita che la figlia non rispondesse al cellulare, si è precipitata a casa. Ha bussato alla porta, ma nessuno le ha aperto. «Nonna, il babbo è sul letto e non si muove», le avrebbero detto i bambini che le hanno aperto la finestra. I due piccoli apparivano sporchi di sangue, ma salvi. La furia omicida del padre contro la loro madre li aveva, almeno, risparmiati. La madre della ragazza si è precipitata in camera e la scena che le apparsa agli occhi è stata agghiacciante: a terra, in un lago di sangue, giaceva la figlia, sul letto il suo carnefice. «Fatemi vedere la mia bambina», ha continuato a ripetere il padre Stefano, titolare di un noto panificio in città. I due piccoli orfani sono stati affidati ai servizi sociali. Il Resto del Carlino