Catturato a Istanbul l’uomo dell’Isis che fece strage al Reina

Uccise 39 persone la notte di Capodanno. Con lui anche il figlio di quattro anni.

È stato catturato a Esenyurt, un distretto periferico nella zona europea di Istanbul, l’uomo che entrò sparando al club Reina la notte di capodanno, uccidendo 39 persone.

Lo dicono i media turchi, secondo cui Abdulkadir Masharipov, l’uzbeko principale sospettato per la strage, nome di battaglia Abu Muhammed Khorasani, è stato arrestato insieme al figlio di quattro anni, che aveva trascinato nella sua fuga dopo la strage.

Masharipov, che dalle prime foto diffuse sembra essere contuso o ferito, la maglietta macchiata di sangue, è stato trovato in un appartamento di Esenyurt, probabilmente unasafe house e da lì portato dalla polizia alla questura di via della Patria, passando per controlli medici di routine.

Con lui sono state arrestate altre quattro persone: un uomo di origini kirghize e tre donne. Lo scorso 12 gennaio era stata arrestata la moglie, trovata a Maltepe insieme alla figlia di 18 mesi.

La notizia dell’arresto pone fine a una caccia durata più di quindici giorni al militante dell’Isis che ha aperto il fuoco contro chi, nella metropoli turca, celebrava l’arrivo dell’anno nuovo in un club alla moda nella zona di Ortakoy.

Un attacco rivendicato dal sedicente Stato islamico (Isis), che per la prima volta si è così assunto la responsabilità per un’azione compiuta sul suolo turco, dopo che per settimane la propaganda del gruppo jihadista aveva chiesto ai suoi di attaccare anche il Paese di Erdogan.

Una vendetta per “il sangue dei musulmani versato per i bombardamenti dei suoi caccia”. Così l’Isis aveva rivendicato la strage, chiarendo di considerare la Turchia, in passato spessa definita ambigua nei confronti dei jihadisti e per avere permesso troppo a lungo aiforeign fighters di raggiungere la Siria, come un nemico da affrontare.