Continuano le proteste nelle fabbriche. Nel pomeriggio di ieri i lavoratori dell’Ala-Modular e della Camar hanno sfilato in corteo nell’area industriale della Ciarulla. Oggi invece si sono fermati i dipendenti dell’azienda Meloni.
“L’emergenza economica coincide sempre di più con l’emergenza occupazionale”, spiegano Enzo Merlini e Giorgio Felici, segretari della Federazione Industria della CSU. “Dall’inizio dell’anno le richieste di mobilità proseguono a ritmo incessante, anche nella giornata di oggi sono 20 i lavoratori finiti in mobilità, e si profila con urgenza la necessità di mettere mano alla legge sugli ammortizzatori sociali”.
Due le proposte della FLI-CSU: agevolazioni e incentivi mirati alle aziende che assumono e investono e limitazioni per chi non mantiene gli impegni occupazionali; nuove tutele per i lavoratori finiti in cassa integrazione e mobilità. “Il rischio da evitare – avvertono Merlini e Felici- è quello che si apra una lunga stagione di disoccupazione strutturale”.
Per i segretari della Federazione Industria la strada è obbligata: “San Marino si salva se si salva il lavoro. E ripartire dal lavoro significa ripartire dall’economia reale, imboccando senza ambiguità e perdite di tempo la strada della trasparenza e della legalità. Il Congresso di Stato da mesi ripete di avere fatto tutto il possibile, scaricando sull’Italia tutte le colpe di questa paralisi diplomatica. Un atteggiamento politicamente inverosimile, perché non sa indicare vie di uscita” .
La stessa recente sentenza Karnak, insistono, che rischia di far saltare centinaia di posti di lavoro, “è l’ennesimo campanello d’allarme di una crisi che si sta sviluppando sempre meno sul terreno economico e sempre di più su quello dei rapporti bilaterali, ossia sui tempi di uscita dalla black-list e sulla definizione di un quadro di regole certe nell’interscambio commerciale e nella trasparenza bancaria e finanziaria”.