C’è il Giro Next Gen, ‘trampolino per il professionismo’

(ANSA) – ROMA, 03 MAG – Ancora pochi giorni e i migliori
ciclisti provenienti da ogni angolo della terra incominceranno a
sfidarsi tappa dopo tappa nel Giro d’Italia. Ma il fenomeno
della corsa in rosa più famosa del mondo rilancia anche con
l’edizione “Next Gen”, presentata questa mattina presso la Sala
della Presidenza del Consiglio dei Ministri a Roma. Una gara
dedicata ai migliori U23 del mondo che si terrà dall’11 al 18
giugno. Mille e cinquanta chilometri divisi in otto tappe che
percorreranno la dorsale alpina partendo dal Piemonte (Aglié),
con una crono, passando per la tappa regina dello Stelvio e
arrivando a Trieste. “Un trampolino di lancio verso il
professionismo” ha definito la corsa Cordiano Dagnoni,
presidente della Federciclismo, durante la conferenza stampa di
presentazione, dove per l’occasione erano presenti anche il
ministro per lo sport e per i giovani, Andrea Abodi, il
direttore del Giro d’Italia, Mauro Vegni, e l’ad di Rcs Sport,
Paolo Bellino.
    E proprio Rcs, per la prima volta, organizzerà la corsa che
vedrà 35 formazioni al via, di cui 17 italiane e 18 straniere,
percorrere il nord Italia “ma poi negli anni si scenderà
organizzando anche nel centro, nel sud e nelle isole” ha
specificato Bellino. Una manifestazione volta non solo alla
crescita del territorio, ma soprattutto all’affermazione dei più
giovani, come anticamera del professionismo tanto che negli anni
non c’è mai stato lo stesso vincitore per due anni di fila.
    “Qualcuno dice che il ciclismo sia difficoltà – ha spiegato
Dagnoni – Ma come federazione ci stiamo adoperando per far
crescere nuovi atleti e abbiamo tanti indici in crescita a tal
proposito. Per noi la crisi pandemica è stata un acceleratore
anche se i 12,8 milioni di praticanti non combaciano con quelli
che sono i nostri tesserati. Sono tanti gli appassionati e
praticanti e vorremmo intercettarli”. Per questo Abodi nel suo
discorso ha parlato anche di orgoglio da parte della federazione “per quello che il movimento ciclistico nel suo complesso riesce
a generare”, soffermandosi su come la crescita di un settore non
si misuri solo “attraverso le medaglie, che sicuramente ci
inorgogliscono, ma attraverso l’ampliamento della base”. (ANSA).
   


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