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A tre giorni di distanza dagli attentati che hanno colpito i corpi diplomatici italiani in Germania e Spagna, il sedicente gruppo Zelle schwarzer Vögel, ossia “cellula degli uccelli neri”, ha rivendicato l’attentato incendiario all’auto del primo consigliere dell’ambasciata italiana a Berlino. Con un documento in tedesco che circola tra i gruppi anarchici italiani e internazionali, infatti, la cellula rivendica: “Con l’attacco al corpo diplomatico italiano nella capitale tedesca, con il fuoco mirato sull’auto numero 3 dell’ambasciata, partecipiamo alla settimana di azione. Si trovava a Schöneberg sulla Barbarossa-Platz e apparteneva a Luigi Estero, il primo consigliere“. Nell’intestazione, come foto, viene messa la prima pagina de il Giornale di domenica 29 gennaio in cui si parlava appunto della violenza anarchica.
Nel documento, gli anarchici spiegano che “questo atto di violenza rivoluzionaria è rivolto direttamente ai responsabili della brutale oppressione quotidiana. Vogliamo che i dipendenti pubblici, i giudici, i poliziotti, i politici e i diplomatici non abbiano una vita tranquilla, si sentano insicuri e non possano dormire sonni tranquilli“. Accusano i corpi dirigenti di commettere “massacri politici“, sollevando da ogni responsabilità “gli sfruttati, gli oppressi o gli anarchici“. Fanno riferimento agli accordi italiani con la Libia per la regolamentazione dei flussi dei migranti e considerano “un buon risultato che il ministro degli Esteri italiano stia ora valutando di aumentare la sicurezza per il suo personale dell’ambasciata. Sosteniamo il loro totale isolamento“.
Nella rivendicazione dell’attacco incendiario a Berlino, Zelle schwarzer Vögel si rivolge anche “ai compas di Barcellona, che hanno avuto un’idea simile, che quella notte stessa hanno sfondato i vetri del consolato italiano lì. L’isolamento cambia lato. Mentre la paura attanaglia chi detiene il potere, un’idea si materializza nelle azioni del movimento anarchico“. Quindi, ecco il riferimento ad Alfredo Cospito, da ieri trasferito al carcere di Opera ma sempre in regime di 41-bis: “Alfredo Cospito è molto vicino – vero e vivo – e quindi c’è una vicinanza tra tutti gli altri insorti nelle carceri e nelle strade“.
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