Cellulare a scuola: serve equilibrio e buonsenso (di David Oddone)

Mentre a San Marino i docenti hanno sollecitato una maggiore regolamentazione nell’uso dei dispositivi elettronici, proponendo di vietare ai minori di 11 anni l’utilizzo di smartphone e tablet, non solo nei plessi scolastici ma anche, eventualmente, nei locali pubblici, ecco che arriva l’annuncio in Italia del Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, che con una circolare ha decretato, fino alle scuole medie, la fine dell’uso dei cellulari a scuola per scopi didattici a partire dal prossimo anno scolastico 2024/2025. Al loro posto, il ritorno del diario tradizionale, dove gli alunni dovranno scrivere i compiti con la penna, abbandonando il registro elettronico per tale scopo. La decisione porta con sé una serie di riflessioni che meritano un’analisi approfondita.

 

Perché il Ministro ha ragione

Il divieto dei cellulari nelle aule è una mossa che molti considerano necessaria per diverse ragioni. Innanzitutto, la presenza costante di uno smartphone può distrarre gli studenti, interferendo con il processo di apprendimento. Numerosi studi dimostrano che l’uso frequente del cellulare in classe è correlato a una diminuzione delle capacità di concentrazione e a una riduzione delle performance scolastiche. Il ritorno al diario tradizionale può aiutare a recuperare quelle abilità di scrittura e di memoria che l’uso eccessivo della tecnologia rischia di atrofizzare. Scrivere a mano stimola il cervello in modo diverso rispetto alla digitazione, migliorando la capacità di apprendimento e la memorizzazione delle informazioni.

Inoltre, l’eliminazione dei cellulari a scuola può ridurre il cyberbullismo, un fenomeno sempre più diffuso tra i giovani. L’assenza di dispositivi mobili può contribuire a creare un ambiente più sicuro e sereno, dove gli studenti sono meno esposti a molestie e abusi digitali.

 

Perché il Ministro sbaglia

D’altra parte, escludere i cellulari dalle aule potrebbe essere visto come un passo indietro in un’epoca in cui la tecnologia è parte integrante della vita quotidiana. I dispositivi mobili, se usati correttamente, possono diventare potenti strumenti educativi. App didattiche, risorse online e piattaforme interattive offrono opportunità senza precedenti per l’istruzione personalizzata e l’accesso immediato a un’infinità di informazioni.

Il divieto rischia di privare gli studenti di competenze digitali essenziali per il futuro. Imparare a utilizzare la tecnologia in modo responsabile è fondamentale in un mondo sempre più digitale. I giovani devono essere guidati nell’uso consapevole e critico dei dispositivi mobili, piuttosto che essere completamente privati di essi.

 

Un problema evidente: giovani come zombie digitali

Il fenomeno dell’uso eccessivo dei cellulari tra i giovani è innegabile. Gli adolescenti passano ore incollati agli schermi, spesso a scapito delle interazioni sociali e delle attività fisiche. Questo comportamento può portare a una sorta di alienazione digitale, dove i giovani diventano simili a “zombie” incollati ai loro dispositivi, isolati dal mondo reale. È fondamentale riconoscere e affrontare il problema, promuovendo un bilanciamento tra l’uso della tecnologia e le attività tradizionali.

 

Verso un equilibrio necessario

È essenziale trovare una via di mezzo che consenta ai giovani di beneficiare delle opportunità offerte dalla tecnologia, senza però sacrificarne l’educazione tradizionale e le competenze fondamentali. Superstite all’Olocausto, il cacciatore di nazisti Simon Wiesenthal disse: “Il connubio di odio e di tecnologia è il massimo pericolo che sovrasti l’umanità. E non mi riferisco alla sola grande tecnologia della bomba atomica, mi riferisco anche alla piccola tecnologia della vita di ogni giorno: conosco persone che stanno per ore davanti al televisore perché hanno disimparato a comunicare tra di loro”. Io credo che proprio l’equilibrio debba essere il nostro obiettivo.

 

David Oddone

(La Serenissima)