’Oltre a tutte le incredibili anomalie di un commissariamento già dichiarato illegittimo dal Tribunale per ben due volte. Il grande lavoro ora era quello di dimostrare agli avvocati anche l’illegittimità della liquidazione di Asset, praticamente la sua chiusura. Noi sapevamo bene che era un omicidio premeditato di impresa ma lo dovevamo dimostrare in Tribunale’.
‘Leggi quei cartelli Pres, se ancora non credi nella malafede o avevi dei dubbi su Banca Centrale eccoti servito!’ feci notare quel giorno al Pres. Alcune donne di RETE, movimento politico a suo tempo all’opposizione, sedute una a fianco all’altra in una fila a metà sala ebbero il coraggio di denunciare ciò che stava emergendo di pauroso a San Marino ed oggetto di indagini dei giorni nostri. Erano in piedi e mostravano alcuni cartelli che facevano riferimento ai vertice di Banca Centrale. Una gestione dell’Istituto non assolutamente indipendente e autonoma dai poteri economici esterni. La maggioranza di allora invece si sperticava di rivendicare un’autonomia dell’Istituto Centrale tra l’altro mal interpretata. Incredibile l’ingenuità della coalizione di Adesso.sm per non dire peggio. Non si era accorta che i mancati controlli e contrappesi politici necessari ad un’istituzione così importante come Banca Centrale avevano permesso il via libera a personaggi di dubbia moralità con le loro influenze sull’Istituto Centrale. Della serie autonoma all’interno e dipendenza da altri all’esterno. Pazzesco!
Quel giorno al Meeting fu uno spettacolo indecoroso per la Repubblica di San Marino. San Marino Rtv, televisione di Stato, tentava di intervistare Grais al termine del convegno, con Francesco Confuorti che trascinava via il Presidente di Banca Centrale dopo aver sottratto il microfono alla giornalista di San Marino Rtv, poi appoggiato su una sedia a 20 metri di distanza. Le ragazze di Rete, resistevano imperterrite nonostante l’invito ad abbassare i cartelli durante gli interventi, rivendicando silenti la loro presenza non invasiva. Ma quei cartelli ‘urlavano’ più di mille voci. Giù le mani da San Marino, avvoltoi della finanza, Grais e Confuorti erano le scritte su colori fosforescenti. Ma la ciliegina sulla torta fu una foto apparsa qualche giorno dopo sul mensile Super dove era stato immortalato Il Direttore Generale Savorelli con il dito medio alzato verso il fotografo, scattata durante la manifestazione.
Lo stesso Direttore Generale che sempre si era rifiutato di ricevere Stefano e la sottoscritta. Un gran Signore! Non vi nascondo che trovai un po’ di pace interiore, all’interno di un dolore profondo per aver perso tutto, perché i miei dubbi trovavano certezza nella malafede di alcuni di questi personaggi. Vedere poi Grais totalmente a disposizione di Confuorti mi fece rabbrividire. Nel frattempo la battaglia per la illegittima chiusura di Asset Banca continuava attraverso la nostra azione, studiavamo la notte per supportare gli azionisti ed i Consiglieri della Banca e i nostri avvocati di riferimento. Tutte le sere a studiare le carte, gli interventi maldestri di esperti esterni sulla valutazione dei crediti di Asset Banca con oltre 240 posizioni di clienti affidati valutati in soli 10 giorni; valutare tutte quelle posizioni ci sarebbero voluti oltre 6 mesi! Oltre a tutte le incredibili anomalie di un commissariamento già dichiarato illegittimo dal Tribunale per ben due volte.
Il grande lavoro ora era quello di dimostrare agli avvocati anche l’illegittimità della liquidazione di Asset, praticamente la sua chiusura. Noi sapevamo bene che era un omicidio premeditato di impresa ma lo dovevamo dimostrare in Tribunale.
Le liquidità continuavano a defluire da San Marino in maniera preoccupante. In quel periodo fuoriuscirono oltre 700 milioni di euro dal sistema bancario, risparmi anche e soprattutto dei cittadini sammarinesi.
Intanto dal fascicolo aperto in Tribunale nel 2017 in cui gli azionisti di Asset, tra i quali Stefano e la sottoscritta, si erano costituiti come parte danneggiata, emergevano delle vergognose ingerenze esterne su Asset Banca di un’altra banca sulla piazza, tramite un suo dirigente… (continua).
Barbara Tabarrini