C’è una cosa penosa che sento dire ogni volta che si parla di pene e di carcere: ci deve essere la certezza della pena.
Penoso. Squallido.
In Italia l’unica cosa certa è la pena, penosa, se si parla di giustizia.
L’Italia è il paese in Europa più sanzionato dalle Corti di giustizia per l’ingiusta detenzione e per lo stato delle carceri.
È il paese col più alto costo per lo stato per detenzione illegittima. Per errori giudiziari.
E’ il paese in Europa col maggior utilizzo della detenzione preventiva, prima del processo.
E’ un paese nel quale, tutti i dati statistici ci dicono che il 50 per cento circa delle persone in carcere sono in attesa di sentenza definitiva e il 50 per cento di costoro saranno poi dichiarati innocenti.
Dati statistici ufficiali e solidi che si sono ripetuti nei decenni.
Circa il 25 per cento, quindi, delle persone in carcere, sono innocenti. Su poco più di 60 mila.
Le carceri sono sovraffollate e, peggio, molto peggio, iper affollate di innocenti.
E in questo quadro sento dire che non si può decidere una misura di giustizia, di civiltà, perché ci deve essere la certezza della pena.
Il Ministro sta preparando un task force per studiare la situazione. Minchia!
Ma lo stesso ministro dice che su 60 mila detenuti oltre 10 mila sono a fine pena, con comportamenti corretti che potrebbero essere premiati e molti stanno in carcere perché non hanno un posto fuori dove stare.
Quindi possono uscire oltre 10 mila persone senza fare leggi nuove.
E ci vuole una task force?
Si proceda.
E comunque non basta.
Una legge ci vuole. Ci vuole. Contro la barbarie.
E mi riempie il cuore di speranza vedere sullo stesso fronte, in queste ore, avvocati e magistrati dell’Anm e politici di tutti gli schieramenti.
Giachetti, Verini, La Russa.
Mi si riempie il cuore.
Sergio Pizzolante
.