Siamo alle solite.
Contrariamente alle promesse di tolleranza zero fatte dal vicesindaco e assessore alla sicurezza Grandu, in merito al rispetto di presunte ordinanze restrittive sulle feste in spiaggia, è bastato un timido sole di marzo per rientrare nella solita zona franca dell’arenile, dove non vale alcuna regola. Vengono annunciate sui social aperture anticipate di stabilimenti chiusi da ottobre, in barba al “mare d’inverno” o all’ordinanza balneare regionale. Disco- dinner ancora attivissime e pronte alla nuova stagione.
L’ordinanza comunale in effetti, annunciata come ogni “passo” dell’amministrazione Missiroli, con rullo di tamburi, ancora latita ed è come sempre in ritardo rispetto alle necessità delle imprese. Non ci meraviglia più l’ennesima occasione mancata di porre rimedio a fenomeni che possono trasformare la nostra località in un banchetto gratuito ed appetibile, diventato ormai un gigantesco boomerang.
Ciò che poteva quindi essere una discussione seria, fatta per tempo e una nuova occasione di sviluppo per un futuro turistico di qualità, diventerà l’ennesima tana libera tutti.
Tra gli annunci delle scorse settimane infatti, balza agli occhi quanto il presunto equilibrio si sia trovato inserendo la parola “sera”: la “discoteca in spiaggia” sarà forse vietata al tramonto ma consentita in altri momenti?
Siamo certi che come ogni anno ordinanze vaghe e indecifrabili permetteranno a chi non rispetta le regole e la comunità, di “infilarsi” impunemente tra le virgole con il solito obiettivo di riempire il proprio cassetto.
Per non parlare dell’ annunciato addestramento delle neo-forze di sicurezza e del loro coordinamento con le forze dell’ordine titolate al controllo del territorio: quale sicurezza per questi addetti al controllo della movida se come sempre le regole non potranno essere applicate?
Poi, non possiamo non notare come non vi siano state prese di posizione nette verso quelle imprese che con la loro programmazione attirano in città proprio quella clientela e quei fenomeni per i quali devono essere investite risorse pubbliche naturalmente sottratte ad altro. È giusto che siano usati soldi pubblici per arginare un fenomeno causato da poche aziende private?
Noi, da sempre, pensiamo di NO. Ma è evidente che la macchina sia ormai oliata a puntino e, al netto degli annunci da campagna elettorale, di fronte ad un’opposizione distratta, la realtà ci consegnerà l’ennesima stagione senza il necessario riequilibrio fra le imprese.
ASS. CULTURALE Cervia Ti Amo