Cervia, la denuncia: “Porto invaso dalla sabbia, barche bloccate”

Situazione drammatica per la navigabilità del porto. Un appello e una richiesta di intervento urgente proviene dal diportista Paolo Marini. «E’ da settembre che non si riesce più ad uscire in mare aperto e le barche sono ferme per paura di spiaggiarsi. Anche i pescatori sono costretti a tenere le proprie imbarcazioni all’ormeggio perché le eliche strisciano nel fondale troppo basso con il risultato che i guadagni, già risicati a causa della crisi del pescato, vengono ulteriormente affievoliti. La situazione si era presentata già dalla scorsa primavera ma durante l’estate è stata aperta una canaletta che ne consentiva il passaggio. Poi il fondo si è appiattito ed il problema è ritornato».

Lo scorso venerdì il Grand Soleil 39, alle 24, si è impiantato nella secca davanti al Kalumet. «E’ riuscito a ripartire solo alle 6 di due giorni dopo – continua Marini – con l’arrivo dell’alta marea. A me è successo lo scorso settembre di ritorno dalla Croazia con la mia barca di due metri. In condizioni di bassa marea il pescaggio è di soli 1,5 metri di acqua e c’è il rischio di perdere il natante all’imboccatura del porto, specie in caso di cattivo tempo».

Ingegnere, esperto di navigazione, a Marini si deve il progetto di prolungamento del porto di 50 metri adottato dal Comune circa 5 anni fa. «Eravamo d’accordo che se la sperimentazione fosse stata positiva si sarebbero prolungati i moli di altri 100 metri anche se i bagnini erano scettici perché pensavano che avrebbe provocato erosione a Milano Marittima, che peraltro non si è verificata. Però non si è fatto più niente. Anzi l’amministrazione ha sposato un progetto dell’Università di Bologna, finanziato dalla Cee, che doveva essere realizzato dall’Impresa Trevi. Progetto, a pare mio, molto più oneroso rispetto alla mia proposta o alla soluzione di dragare più frequentemente il porto». Il Circolo Nautico durante l’esame di prova pratica per il rilascio delle patenti ha dovuto far ‘migrare’ la commissione. «Sono dovuti andare a Ravenna per l’impraticabilità del fondale – dichiara Marini – con il rischio che, se la situazione perdura, non concederanno più di fare esami nel nostro porto».

Quali sono i motivi del ritardo? «Molti utenti del porto – dichiara il primo cittadino, Luca Coffari – segnalano giustamente difficoltà per la navigazione a causa dei fondali scarsi. L’amministrazione conosce bene la situazione tant’è che già dallo scorso anno ha stanziato 330 mila euro per effettuare il dragaggio. Purtroppo nel 2016 sono state effettuate ben tre gare e tutte sono andate deserte oppure le ditte si sono ritirate, principalmente a causa della difficoltà a trovare un sito idoneo per lo smaltimento delle sabbie. Comunque sono state effettuate, insieme alla Capitaneria di Porto, le batimetrie che hanno confermato la non navigabilità. È stata inoltre rilevata la presenza di blocchi di cemento sul fondale che dovranno essere rimossi, assieme alla sabbi, durante i lavori di dragaggio. Lavori che verranno al più presto assegnati e portati a termine». Il Resto del Carlino