Il movimento civico Cervia ti amo interviene nuovamente sul tema delle bollette TARI e replica con toni duri al comunicato dell’assessora Bosi, accusandola di aver fornito ai cittadini informazioni “scorrette” e parziali riguardo agli aumenti.
Secondo la lista, i rincari comunicati dall’amministrazione – indicati in un +6,5% rispetto al 2024 – non corrisponderebbero alla realtà delle prime bollette recapitate alle famiglie. “È bene ricordare – si legge nella nota – che le prime due rate del 2024 erano calcolate sulle tariffe 2023. La delibera del 29 aprile 2024, contro cui votammo in consiglio comunale, ha aumentato in maniera consistente le tariffe. Questo schema è stato utilizzato per l’ultima rata 2024, calmierata con risorse straordinarie, ma ora i rincari si fanno sentire tutti”.
Nel mirino anche la questione IVA: “L’assessora afferma che le imprese potranno recuperarla. Ma dimentica di dire che per i cittadini privati e le famiglie l’IVA rappresenta solo un costo aggiuntivo e un aumento secco. Fino al 2024 non era dovuta perché si trattava di una tassa sui servizi”, ricordano dal movimento, citando sentenze della Cassazione e della Corte Costituzionale.
Altro punto contestato riguarda le assemblee con i cittadini: “Si è parlato di trasparenza e partecipazione, ma va detto che le tariffe non erano ancora approvate al momento degli incontri (20 giugno 2025) e questo ha generato proteste diffuse”.
Cervia ti amo critica poi l’affermazione secondo cui le famiglie non avrebbero più bisogno di sostegni: “Le difficoltà sono ancora molto presenti, non si possono assorbire serenamente aumenti lineari alle bollette. A maggior ragione in un comune virtuoso, con oltre l’82% di raccolta differenziata, dove i conferimenti concessi ai cittadini sono stati più che dimezzati e il servizio resta non all’altezza”.
Infine, il movimento porta dati concreti: “Abbiamo in mano tre bollette di nuclei familiari con uno o due residenti, in appartamenti di piccola metratura a Cervia, Pinarella e Milano Marittima. Il numero di conferimenti è di molto inferiore alla quota di spettanza. Basta confrontare la prima rata 2024 con la prima rata 2025 per rendersi conto che i rincari sono ben diversi da quelli dichiarati dall’assessora”.
Da qui l’appello diretto ai cittadini: “Invitiamo tutti a fare lo stesso confronto e a renderlo pubblico. Solo così emergerà la reale portata degli aumenti”.