Si è era da poco trasferita dalla Campania in Romagna, ma questo non ha impedito al Gip di Santa Maria Capua Vetere, attraverso i carabinieri del Comando provinciale di Caserta di inviarle la comunicazione della misura cautela degli arresti domiciliari che oltre a lei ha colpito anche altre 12 persone.
L’accusa è di associazione per delinquere finalizzata alle sofisticazioni alimentari.
Secondo le accuse in un caseificio di Sparanise (caserta) avvenivano una serie di sofisticazioni nella filiera del latte. La mozzarella dop sarebbe stata prodotta, in verità, con parte del latte non di bufala, ma vaccino, proveniente non dall’Italia ma dall’estero, da paesi come Polonia e Ungheria. Non solo, non sarebbe stato latte utilizzabile, avendo una carica batterica molto superiore al consentito. Le violazioni sarebbero quindi state sia nel rispetto dei disciplinari della produzione di mozzarella di bufala DOP, ma anche per quanto riguarda le norma sulla salubrità degli alimenti. Il tutto sarebbe avvenuto con la complicità di professionisti, quali biologi e veterinari anche dell’Ausl, che avrebbero dovuto sorvegliare sul caseificio, invece lo informavano delle ispezioni in arrivo, così che all’atto del controllo risultasse tutto a posto.