Cesena, politiche abitative innovative: esperienze di coabitazione solidale e housing first per contrastare l’emergenza abitativa

Il Comune di Cesena ha sviluppato un ampio progetto di politiche abitative che punta a rispondere alle situazioni di difficoltà attraverso forme di coabitazione solidale e modelli innovativi come l’housing first. Queste iniziative sono finalizzate a favorire l’inclusione sociale e a offrire soluzioni abitative a soggetti in condizioni di fragilità o emergenza.

Tra le esperienze più significative vi è stata quella di Villa Brazzetti, una struttura che ha ospitato contemporaneamente più nuclei familiari, garantendo spazi privati affiancati da aree comuni per la condivisione di attività quotidiane. Questo progetto, avviato nel maggio 2023 e conclusosi nel gennaio 2025 per esigenze di ristrutturazione, ha previsto un sistema dinamico di mobilità che ha consentito alle famiglie coinvolte di accedere anche ad altre soluzioni abitative, alcune delle quali raggiunte in autonomia. L’esperienza è stata successivamente trasferita in una nuova struttura comunale in via Macrelli, dove prosegue tuttora.

Un altro modello adottato è quello del Senior cohousing a San Miniato, in collaborazione con l’ASP Cesena Valle Savio. Qui sei anziani autosufficienti convivono in appartamenti con spazi privati e aree condivise, contrastando l’isolamento e supportando persone con risorse economiche limitate, spesso prive di una rete familiare efficace.

Il Comune dispone di immobili potenzialmente idonei a questo tipo di iniziative, ma le rilevanti spese di ristrutturazione rappresentano un ostacolo. Attualmente sono in corso studi di fattibilità per tre immobili, con l’obiettivo di definire interventi e risorse necessarie, in collaborazione con il Terzo settore, sempre attivo nel campo delle politiche abitative.

A supporto di queste azioni, sono stati ottenuti fondi europei per la riqualificazione di edifici storici, tra cui Palazzo Roverella nel centro di Cesena. La ristrutturazione di questo edificio ospiterà diverse tipologie di abitazioni: da quelle per studenti, alle case per famiglie (sia a edilizia residenziale pubblica che sociale), affiancate da spazi culturali, ricreativi e aree di co-working e ristorazione. L’intento è di promuovere non solo forme di coabitazione, ma anche un modello di comunità solidale e partecipata.

Nel territorio dell’Unione Valle Savio sono attivi due programmi basati sul modello di housing first, rivolti a persone in grave marginalità sociale. Questi programmi prevedono l’inserimento diretto in alloggi abitativi, accompagnato da un supporto personalizzato volto a favorire autonomia e integrazione. Uno di questi programmi è gestito in collaborazione con Opera Don Dino, offrendo dieci posti per uomini, mentre l’altro, gestito dall’ASP Unione Valle Savio, prevede quattro posti per donne.

Il Comune considera queste iniziative come modelli replicabili e ampliabili, anche attraverso la creazione di esperienze di convivenza che coinvolgano diverse categorie di fragilità all’interno di appartamenti di edilizia residenziale pubblica. Per realizzare una diffusione più estesa di tali progetti, tuttavia, è necessaria una revisione della normativa regionale sull’ERP, tema attualmente oggetto di riflessione da parte delle istituzioni competenti.