A oltre tre decenni dalla scomparsa di Cristina Golinucci, emergono dettagli inediti che potrebbero gettare nuova luce sul mistero. Recentemente, è stata ritrovata una fotografia risalente a quasi 35 anni fa, raffigurante Emanuel Boke insieme a una donna non identificata. Boke, all’epoca ospite del convento dei frati Cappuccini di Cesena, è stato in passato condannato per violenze sessuali e considerato il principale sospettato nell’ambito della sparizione di Cristina, avvenuta il 1° settembre 1992.?
Il Ritrovamento della Fotografia

L’immagine è emersa dallo sviluppo di un rullino fotografico rinvenuto nella stanza occupata da Boke nel convento. Questo rullino, sequestrato nel 1994, è stato sviluppato solo recentemente su richiesta degli avvocati Barbara Iannuccelli e Nicodemo Gentile, rappresentanti della madre di Cristina, Marisa Degli Angeli, e dell’associazione Penelope . La fotografia mostra Boke accanto a una donna sconosciuta, e gli inquirenti stanno ora cercando di identificarla, nella speranza che possa fornire informazioni utili alle indagini.
Il Profilo di Emanuel Boke
Emanuel Boke, originario del Sudafrica, giunse in Italia nel 1992 come rifugiato politico e venne ospitato nel convento dei Cappuccini di Cesena. Durante la sua permanenza, fu coinvolto in episodi di violenza sessuale ai danni di due giovani donne cesenati, per i quali venne condannato . Nel 1995, mentre era detenuto per questi reati, avrebbe confessato a Padre Lino, confessore di Cristina, di essere responsabile della sua morte, salvo poi ritrattare.
Collegamenti Internazionali e Indagini in Corso
Recenti accertamenti hanno rivelato che Boke e Kwame Quist, un ghanese ricercato in Francia per rapina e violenza sessuale nel 1998, sarebbero la stessa persona . Questa scoperta apre nuove piste investigative, suggerendo possibili collegamenti tra la scomparsa di Cristina e altri crimini commessi all’estero.
Appelli della Famiglia e Stato delle Indagini
Nonostante le numerose archiviazioni, l’ultima delle quali risale a settembre 2024, la famiglia di Cristina continua a lottare per ottenere verità e giustizia . La madre, Marisa Degli Angeli, assistita dai suoi legali, ha più volte presentato opposizioni alle richieste di archiviazione, sottolineando l’importanza di approfondire ogni possibile pista. L’identificazione della donna nella fotografia potrebbe rappresentare un tassello cruciale per fare luce su una vicenda che da oltre trent’anni attende una soluzione.
Le autorità invitano chiunque riconosca la donna ritratta nell’immagine o abbia informazioni pertinenti a contattare gli inquirenti, nella speranza che anche il più piccolo dettaglio possa contribuire a risolvere questo enigma che da troppo tempo affligge la comunità di Cesena.