Cesena, truffa all’esame per la patente

Gli esami non finiscono mai. Nemmeno quelli di guida, soprattutto se in seguito a una serie di contravvenzioni, vengono decurtati tutti ‘punti’ abbinati al documento che abilita alla conduzione di veicoli. Così un cesenate di 48 anni ritrovatosi seduto dietro i banchi della Motorizzazione Civile durante i test scritti che rappresentano il primo scalino da superare per conseguire la patente B, si è visto circondato da un manipolo di diciottenni ben più preparati di lui.

Lo hanno dimostrato i risultati della prova, che l’uomo ha ripetuto in più occasioni senza mai riuscire a ottenere il punteggio minimo richiesto. A quel punto, invece di immergersi con più dedizione nello studio del codice della strada, il 48enne ha pensato a una scorciatoia, tentando di stabilire un collegamento che gli permettesse di comunicare con una persona all’esterno dell’edificio durante lo svolgimento del test. Il tentativo è però fallito, visto che il personale della Motorizzazione che vigilava sulla regolarità dell’esame, insospettito dai comportamenti dell’uomo, ha deciso di allertare la sezione di polizia giudiziaria del Caps, con la quale è da tempo attivo un rapporto di stretta collaborazione. Giunti sul posto, gli agenti hanno notato un filo collegato a una piccola scatola color della pelle che il candidato aveva nascosto sotto i vestiti. L’uomo inizialmente ha tentato di negare, argomentando che si trattava di uno strumento medico utilizzato per ragioni di salute, poi però, vistosi scoperto, ha ammesso le sue responsabilità. L’attrezzatura consisteva in un microfono collegato a una sottilissima auricolare collocata all’intero dell’orecchio che, tramite il sistema bluetooth, si interfacciava a un telefono cellulare col quale era stato stabilito un contatto esterno.

In particolare gli ispettori della Motorizzazione avevano notato l’uomo che leggeva e rileggeva a voce alta in quesiti, insospettendosi. La risposta che la lettura vocale favoriva la concentrazione non li aveva convinti. Il 48enne, denunciato per truffa, ha raccontato agli agenti di aver versato un acconto a fronte di un pagamento complessivo di tremila euro che avrebbe dovuto essere corrisposto dopo il superamento della prova.

La polizia sta cercando riscontri alle dichiarazioni, con l’intento di individuare la presenza di una eventuale organizzazione specializzata in questo tipo di operazioni. Gli uffici del Caps raccomandano intanto agli automobilisti di prestare la massima attenzione al rispetto delle regole del codice della strada, per evitare di incorrere in sanzioni che comportino la decurtazione di punti e, di conseguenza, l’obbligo di sottoporsi nuovamente agli esami previsti dalla legge. Il Resto del Carlino