Ci sono anche venti appartamenti a Longiano fra i beni posti sotto sequestro dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Ferrara nell’ambito di un maxi-sequestro di beni per 22 milioni di euro a carico di due coniugi marocchini condannati per frode fiscale. I venti appartamenti sequestrati a Longiano sono tutti disabitati e di recente costruzione, nell’ambito di un complesso immobiliare con abitazioni già occupate.
Tra i beni sequestrati ai due coniugi compaiono una villa con piscina a Ferrara, villette a schiera e appartamenti situati in varie località del ferrarese, e nelle province di Roma, Rovigo e Modena. L’indagine, che ha condotto il Procuratore della Repubblica di Ferrara a richiedere l’emissione del provvedimento, ha permesso alle Fiamme Gialle ferraresi di ricostruire tutte le ricchezze illecitamente accumulate dai coniugi marocchini, attraverso una fitta rete di società create ad hoc e amministratori compiacenti. I venti appartamenti di Longiano erano intestati tutti alla stessa impresa che risultava essere regolare, ma in verità proprietari di tutti e venti erano i due coniugi marocchini. Le attività illecite per cui i due imprenditori sono stati condannati per frode fiscale sono connesse alla gestione di alcuni consorzi, due dei quali con sede in Ferrara intorno ai quali ruotavano una trentina di società cooperative, gran parte delle quali con sede dichiarata nella provincia di Trapani, risultate prive di qualsiasi organizzazione d’impresa e affidate a meri prestanome. I consorzi controllati direttamente dai due coniugi acquisivano appalti per i quali poi utilizzavano personale delle cooperative associate. Il meccanismo di frode era strutturato attraverso i consorzi, che fatturavano direttamente alla società committenti i servizi e neutralizzavano l’Iva a credito, grazie alla fatturazione passiva delle cooperative associate; le numerose società cooperative non eseguivano alcun adempimento fiscale a fronte della fatturazione attiva nei confronti dei consorzi, non versando imposte e contributi. La provenienza illecita del denaro utilizzato per acquisire il consistente patrimonio e la notevole e ingiustificata sperequazione fra beni posseduti ed il reddito dichiarato delle persone indagate, sono le ragioni che hanno permesso al Tribunale di Ferrara di emanare la misura di prevenzione patrimoniale, che trae i suoi fondamenti dalla legislazione antimafia.
«Come amministrazione comunale siamo preoccupati per un fatto del genere mai accaduto a Longiano di cui comunque non siamo a conoscenza – dice Massimo Ciappini vice sindaco di Longiano – Ovviamente, se gli inquirenti lo riterranno opportuno i nostri uffici daranno la massima disponibilità». Il Resto del Carlino
