Che dispiacere! Il declino della democrazia … di Sergio Pizzolante

Anche a me dispiace per i più giovani.
Per i miei nipoti.
Entro il 23 più del 50 per cento del Pil mondiale sarà prodotto da paesi non democratici.
Nel 1990 era il 12 per cento.
Le democrazie sono spaventate, attaccate al proprio interno, si ritirano dall’Afganistan, con vergogna, con paura, col capo abbassato.
Le democrazie appaiano inefficienti, corrotte, lente, grigie, vecchie.
La Cina, che sta vincendo nel mondo, che occupa gli spazi lasciati liberi dagli americani, la Cina saldamente in mano al partito comunista, con un leader nominato a vita, è protagonista impetuosa, in tutti gli scenari geopolitici, ha comprato l’Africa, condiziona parte della finanza americana, impone la sua tecnologia nel mondo.
La Russia, addirittura la Turchia, occupano gli spazi non pienamente occupati, ancora, dai comunisti. Briciole e brandelli di carne che cadono dal banchetto.
Si affermano le idee del filosofo bianco russo del secolo scorso, Il’in, teorizzava, inizio del secolo, la fine dell’Occidente e la minorità morale della democrazia. Invocava un rapporto diretto, religioso, fra leader e popolo. Perse contro Lenin, si trasferì in Germania. Dove fu molto ascoltato da chi prese il potere negli anni 30.
Leader religioso e popolo.
Leader ideologico e popolo.
Sono i due modelli che stanno vincendo.
L’America non c’è più.
Che nostalgia quando ci esportavano la democrazia. Prima con le armi, poi con i soldi del Piano Marshal, poi con la cioccolata, poi con il Twist e il Rock’n’roll, poi con i seni nudi delle donne a Woodstock.
Noi in Europa? Orfani del mantello protettore degli americani, cosa diciamo ai più giovani?
Che sono meglio le barbe degli afgani dei seni nudi delle americane?
Che la democrazia non si esporta, mentre non vediamo i veleni totalitari e autoritari che importiamo. Da ovunque.
Che sfiga questi ragazzi!
Quanto fortunati siamo stati noi, nati negli anni 50 e 60 e 70 e 80.
E che disastro che abbiamo creato!
Sergio Pizzolante