Chezzi sul limite temporale dei 10 anni dei Segretari

Istanze d’Arengo e progetti di legge di modifica costituzionale sulla durata degli incarichi nel Congresso di Stato, hanno in questi giorni, mostrato un tentativo di rinnovamento della classe politica da parte della stessa politica.

Le poche reazioni positive sono arrivate, guarda caso, dai consiglieri più giovani e da parte della società civile.

Iniziative legislative queste, tese a ridurre i meccanismi di potere che lo autoalimentano e “fidelizzano” gli elettori.

Quella di chi chiede un rinnovamento della politica e di chi ci governa non è né moralismo dell’ultima ora e neppure il frutto di ricette improvvisate.

Quella di un rinnovamento vero della nostra classe politica è un’esigenza che il Paese sente nel profondo.

Oltretutto necessaria in un momento di grandi cambiamenti strutturali non solo della nostra realtà socio economica ma anche fuori dai nostri confini.

Innanzitutto dovrebbe invece essere un’esigenza della politica stessa: esigenza per la verità sentita da pochissimi nel mondo politico.

Ci si chiede, nella società civile, anche se non sia il caso di estendere un limite temporale anche all’incarico dei consiglieri.

Se anche così fosse non sarebbe poi “un’anomalia” così devastante ma porterebbe solo dei benefici alla collettività assicurando nuova linfa vitale al nostro Parlamento.

Le “anomalie” sono casomai nell’aver ricoperto ininterrottamente per decenni lo stesso incarico.

Se vogliamo restare in casa, con grande saggezza, negli statuti è già prevista la non rieleggibilità temporanea per i tre anni successivi dei Capitani Reggenti.

E’ una norma in vigore da parecchio tempo ma non sembra sia stata una tragedia.

Anzi è vero il contrario.

Potrebbe essere questa una soluzione: limite temporale all’esercizio di incarichi istituzionali con possibilità di ricoprire, successivamente all’interruzione di più mandati, la carica precedentemente coperta.

Alberto Chezzi

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