Chi c’è dietro la cordata AirRiminum che ha vinto la classificata stilata da Enac per aggiudicarsi la gestione dell’aeroporto di Rimini?

Aeroporto_Rimini-Miramare-e1403736204513Chi c’è dietro la cordata AirRiminum che ha vinto la classificata stilata da Enac per aggiudicarsi la gestione dell’aeroporto di Rimini? E’ uno dei tormentoni che fa parlare di più in Riviera in questi giorni. E gli stessi rappresentanti della cordata, mantenendo il più stretto riserbo sugli investitori, non fanno che alimentare le più fantasiose ricostruzioni. O quelle di comodo. Ora emergono nuovi retroscena, che portano a ricostruire con più certezza il contesto entro cui nasce e si muove l’ope – razione AirRimunm. Non vi è solo il fil rouge con il tentativo effettuato nel corso del 2013 di salvare la vecchia Aeradria dal fallimento, evidente e anzi rivendicato dagli stessi consulenti di Ambromobiliare nella intervista al suo presidente Alberto Franceschini di martedì scorso. Il vero legame è con l’aeroporto di Venezia, il nucleo duro dei soci di SaVe, la potente società di gestione che dal capoluogo veneto si è ormai diramata fino a Verona e Brescia, per costituire quel che viene chiamato il Polo del Nord-Est dei cieli. Un colosso che punta a gestire 15 milioni di passeggeri, con una leadership nel ricco mercato del turismo russo e più in generale dall’Est Europa. E il vero motivo per cui si sta facendo dura, anzi durissima la battaglia con i russi della Novaport, cordata sconfitta a sorpresa nella gara di Enac, nasce proprio da qui. Ai “veneti” della SaVe, che vogliono mantenere la leadership e anzi svilupparla in quei mercati, non piaceva affatto la discesa in campo dei russi di Novaport, pronti a sbarcare in Italia con la gestione dell’aeroporto di Rimini. Per questo si è costruita la cordata di AirRiminum, saldando anche alcuni interessi (oltre che le competenze professionali e tecniche) maturate durante il tentativo che nel 2013 i creditori della vecchia Aeradria fecero per tentare di salvarla, ma che poi naufragò con la decisione del tribunale di dichiararne il fallimento. In quel tentativo, oltre alla banca d’affari Ambromobiliare del presidente Franceschini in qualità di advisor, furono coinvolti anche alcuni imprenditori locali, tra cui appunto Simone Badioli del gruppo d’abbigliamento Aeffe e Raffaele Ciuffoli, patron di Italcamel, uno dei tour operator più attivi in Italia sul mercato russo. Ora entrambi vengono tirati in ballo come i possibili “mister x” della cordata AirRiminum, i riminesi pronti a investire nell’opera – zione-aeroporto. In realtà entrambi smentiscono, anche seccamente. Si dicono disponibili eventualmente a fare una piccola parte solo successivamente, a cose fatte, ma di non essere certamente i “registi” di quest’operazione. Che in effetti ha ben poco di riminese, a quanto ci risulta. I veri registi sarebbero infatti a Venezia e ruotano intorno alla figura di Enrico Marchi, azionista di riferimento del gruppo che, oltre a registrare nel 2012 quasi 32 mln di utile netto gestendo gli aeroporti di Venezia e Treviso con 12 mln di passeggeri, ha appena acquisito, dopo Padova, anche il 35% del “Catullo”di Verona e dello scalo di Brescia (Montichiari), controlla Centostazioni Spae Airest Srl, specializzata in ristorazione e servizi in aeroporti e stazioni (tra gli altri, gestisce il marchio Ristop). I nuovi soci “forti” di AirRiminum fanno riferimento a questo gruppo e cercheranno di aggregare anche alcuni imprenditori riminesi, ma in posizione marginale. Obiettivo: aggregare Rimini al Polo del Nord Est ed evitare che i russi di Novaport arrivino in Italia e, dalla “porta” di Rimini, si accaparrino quote importanti del ricco mercato della vacanza da e verso l’Est. Il fatto che Laura Fincato ex parlamentare Pd oltre che ex vicepresidente di SaVe, sia già stata di fatto designata come futura presidente di AirRiminum, vale più di cento smentite. Si punta certo a coinvolgere i riminesi, ma cervello e portafoglio dell’operazione staranno saldamente a Venezia.
NQRimini