Le lunghe vacanza di Natale sono destinate a smorzare la portata delle ultime vicende politiche.
Proviamo comunque a tirare le somme e a proporre, per quanto possibile, una analisi della votazione sul Bilancio e degli annessi e connessi.
Chiaro che tutto ha ruotato intorno al famoso, o famigerato a seconda dei punti di vista, emendamento sull’Europa, presentato da Dc e Libera, ovvero i due maggiori partiti dell’attuale panorama e verosimilmente anche di quello futuro.
Magari con una crescita del partito di Ciacci e un “taglio” a quello di Venturini.
A conferma di tale previsione c’è un dato molto importante.
Libera si è rilevata compatta, nella Dc invece, si è intravista qualche crepa, con le varie correnti che hanno preso un po’ il sopravvento sulla linea tracciata dalla Segreteria.
Se è vero come è vero che il percorso che ha portato all’emendamento della discordia è stato valutato e soppesato da Via delle Scalette, l’epilogo se non propriamente inaspettato, si è rivelato emblematico.
Guardando ai mesi scorsi il leitmotiv è stato quello di spaccare Libera. In modo che la Dc potesse contare sull’attuale maggioranza, più diversi transfughi.
La compattezza degli uomini di Libera ha sparigliato le carte. Così come le bizze dei cosiddetti “cespugli”, che hanno portato il Santo a virare sulla collaborazione con Libera.
Il ragionamento è il seguente: ci sono sfide importanti, a partire dell’Europa, e servono soggetti politici forti a capaci di dare stabilità. Non ci si può permettere in futuro un nuovo caso Rete.
Ecco allora che sono cominciate le grandi manovre con il “segnale” richiesto da Libera e prontamente rilanciato dalla Dc.
Che è successo poi? Semplice. Venturini non è riuscito, almeno per ora, a trovare la quadra finale in primis all’interno del suo partito. Troppo pericoloso inoltre spaccare coi “cespugli” in questo momento, visto che al Santo servono almeno un altro paio di mesi di lavoro e alcuni ulteriori risultati da portare a casa, prima del rompete le righe finale.
Il no all’emendamento della discordia è stato così la naturale conseguenze di tutto il circo che ha caratterizzato l’ultima sessione consigliare.
Tutto più o meno previsto, sotto controllo e nella norma: ne esce una Libera rafforzata e una Dc un po’ meno autorevole, con la sostanziale differenza però che la Dc è in maggioranza e deve tenere a bada tutta la “banda”. Senza contare che ha portato a casa il bilancio. Dal canto suo Ciacci ha imposto diversi emendamenti importanti a favore delle famiglie e delle fasce deboli. Un bel risultato, che fissa la “partita” in pareggio e rilancia la collaborazione fra i due partiti.
Le prossime settimane saranno determinanti per comprendere dove si andrà.
David Oddone