Il Commissariamento della Cassa di Risparmio di Rimini è stata una profonda ferita inferta al territorio circostante.
E’ l’ultimo attacco alla libertà di San Marino ed alle indipendenze dal centralismo romano che le naturali integrazioni con il territorio circostante si erano prodotte.
Colpire i sistemi finanziari è colpire il cuore dell’economia che ha necessità di capitali per crescere e svilupparsi.
Il disegno politico di “normalizzazione” del sistema San Marino, che in questo unico caso unisce gli intenti del ministro dell’economia Giulio Tremonti ed il governatore di Banca d’Italia Mario Draghi, ha riportato il tessuto economico finanziario del nostro Paese indietro di almeno due decenni.
Come nel caso di DELTA, oramai in liquidazione di fatto, anche CARIM era comunque una realtà solida e produttiva.
Una delle poche realtà indipendenti rimaste nel panorama bancario italiano ad effettivo supporto del territorio locale nel quale opera. .
Forse il destino di CARIM sarà quello di essere preda di qualche grande gruppo bancario italiano per poter fargli così raggiungere la massa critica necessaria per competere in Europa e nel mondo. Dirottando così altrove la ricchezza del circondario ed impoverendo il territorio riminese.
In questa fase di “chi tocca San Marino muore” di azioni mirate a smantellare il nostro sistema non si è assistito però al commissariamento di UNICREDIT che presumibilmente avrà avuto la stessa operatività in San Marino con la sua partecipata.
Troppo grande ed importante.
In un Paese oramai “devitalizzato” sono state poche le voci levatesi a denunciare il duro attacco o a esprimere solidarietà alle istituzioni limitrofe colpite.
Un Paese invece politicamente occupato nei giochi di palazzo e di potere, senza un’azione politica tesa a trovare nuovi supporti o partnership con chi invece rispetta la nostra millenaria tradizione di libertà.
Alberto Chezzi
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