Chissà se sul bronco c’è sempre quel fiore (l’editoriale di David Oddone)

Sarà che la politica è entrata prepotentemente nel vivo. Fatto sta che una recente visita in quel di Barga mi ha portato a riflettere sugli ultimi eventi: “Tu vuoi che pensi dunque al ritorno, voce che cadi blanda dal cielo! Ma bello è questo poco di giorno che mi traluce come da un velo! Lo so ch’è l’ora, lo so ch’è tardi; ma un poco ancora lascia che guardi”.

Così come Pascoli, ormai prossimo alla morte, vorrebbe ancora un po’ di tempo per sapere “se c’è sul bronco sempre quel fiore”, pure gli elettori hanno solo qualche mese per sbrogliare una matassa che appare inestricabile.

Alcune manovre paiono ai più incomprensibili, figlie dell’improvvisazione, peggio ancora della pancia o della convenienza del momento.

Eppure veniamo da una legislatura non semplice. Con tante domande in attesa di risposte, che ci si augura verranno date immediatamente dopo il 9 giugno.

Una cosa è certa: per affrontare – e vincere – le sfide che attendono il Paese serve un governo forte. Ancora prima un programma chiaro e condiviso, ma anzitutto persone affidabili, serie e capaci, in grado di tramutare la propaganda in qualcosa di concreto.

Perciò non comprendo, mi scuseranno gli attori in campo, cotanto affanno nel cercare alchimie che peraltro è la stessa legge elettorale a rimandare più avanti e non ci si concentra invece su alcuni punti precisi, come un cronoprogramma dei primi cento giorni.

Io credo che su questo ci si debba confrontare e sia necessario discutere. Una volta trovata la quadra si potrà costruire… la squadra.

Certamente dichiarare prima con chi si andrà potrebbe anche rappresentare un modus operandi corretto e trasparente verso gli elettori.

Ma allora perché non esserlo fino in fondo? Bene specificare già gli apparentamenti. Si vada però oltre: si dica chi farà eventualmente parte della squadra di governo e a chi indicativamente andranno le deleghe.

Vi svelo un segreto: non frega nulla a nessuno se si opterà per una “coalizione” piuttosto che per la “lista unica”.

Ai sammarinesi interessa sapere quali saranno le priorità del prossimo esecutivo.

E soprattutto se finalmente chi ha svenduto e sputtanato San Marino pagherà senza magari rientrare dalla finestra.

Poi benissimo le larghe intese, ci mancherebbe, perché servirà un larghissimo consenso per portare a casa le riforme promesse e mai messe in pratica.

Solo così, e nonostante una certa politica, potremo guardare al domani con fiducia, sapendo che sul bronco, anche in tempi di incertezza, continuerà a fiorire la speranza per un futuro migliore.

 

David Oddone

(La Serenissima)