La sentenza nasce in seguito al ricorso di una coppia slovacca residente in Italia ma proprietaria di una vettura con targa della Slovenia.
BRUXELLES. Il decreto sicurezza voluto da Matteo Salvini viola le norme Unione europea, andando contro il principio della libera circolazione alla base del progetto di integrazione. La Corte di giustizia dell’Ue boccia il provvedimento varato ai tempi in cui il leader della Lega era ministro dell’Interno del governo giallo-verde a guida Giuseppe Conte.
Il decreto sicurezza ha rimesso mano al codice della strada. Le modifiche introdotte vietano a chi ha la residenza in Italia da più di 60 giorni di circolare con veicoli immatricolati all’estero. Ebbene, non si può fare. Per i giudici di Lussemburgo «è contraria al diritto Ue la norma nazionale che vieta di circolare con un veicolo immatricolato in altro Stato membro se la persona è residente da più di 60 giorni». Dunque il decreto sicurezza va riscritto.
Nel caso specifico non si mette in discussione la libertà di circolazione delle persone, quanto quello dei capitali. L’automobile, in quanto bene, è considerato un capitale. Imponendo una nuova immatricolazione degli autoveicoli già immatricolati in altro Stato membro, con pagamento dei relativi oneri, si finisce per applicare una tassa al comodato d’uso transfrontaliero dei veicoli a motore. Oltretutto il comodato d’uso dei veicoli immatricolati in Italia non è assoggettato a questa doppia imposizione. La norma italiana costituisce una «restrizione alla libera circolazione di capitali».
La bocciatura della norma italiana nasce da un ricorso presentato da un coppia di nazionalità slovacca, residente in Italia e in possesso di un auto con targa slovacca. Sanzionati per la mancata immatricolazione italiana, i due hanno fatto ricorso. La Stampa