DECINE di persone hanno assistito allibite ieri mattina al sequestro del Green Bar. Nel ‘cuore’ del salotto, alle 10,30 sono sbarcati i militari della Guardia di finanza, per mettere i sigilli allo storico locale della Perla. Una sequestro-confisca, scattato per l’«abitudine» del titolare ad evadere le tasse. Quel Salvatore Castaldo, condannato a due anni per la tentata estorsione ai danni di un avvocato. Due elementi che hanno consentito agli investigatori di applicare la nuova legge antimafia, il cui raggio d’azione ora non include solo la criminalità organizzata, ma anche chi ha una sproporzione milionaria tra i redditi dichiarati e il patrimonio, oltre a trascorsi con la legge. E secondo gli investigatori, coordinati dal sostituto procurato Luca Bertuzzi, sarebbe proprio il caso di Castaldo, dove l’evasione fiscale è diventata automaticamente ‘pericolosità sociale’. Le Fiamme Gialle non si sono fermate al ‘Green Bar’, ma hanno sequestrato anche l’appartamento di Castaldo, il suo garage e l’auto, per un totale di oltre 5 milioni di euro. Nel primo pomeriggio, è circolata la notizia che i finanzieri avevano scovato anche un discreto gruzzolo nascosto da qualche parte.
IL NUCLEO di Polizia tributaria del Comando provinciale, guidato dal maggiore Marco Antonucci, ci ha lavorato mesi. Un’inchiesta certosina, dpve hanno incastrato dati, incrociato dichiarazioni dei redditi, valutato patrimoni, entrate e uscite. E secondo loro, il risultato non dava adito a dubbi: Castaldo si era comprato il Green Bar con i soldi che non aveva dichiarato al fisco. Nel 2002, l’acquisto delle quote della società Gebar srl che gestisce il locale, gli è costato la bellezza di 944mila euro, a fronte, dicono, di un reddito familiare dichiarato di meno di 59mila euro. Castaldo ha già usufruito di due ‘condoni tombali’, ma viene giudicato un ‘evasore recidivo’. Ed è la giustificazione che avrebbe invocato per spiegare quelle ‘spese’. Se non fosse che due mesi fa, la Corte di Cassazione, a sezioni unite, ha sancito che l’evasione non può giustificare la sproporzione tra il reddito dichiarato e il patrimonio. Di qui, l’applicazione della legge antimafia che consente di fare piazza pulita dei beni giudicati provento di attività delittuose, inclusa l’evasione fiscale, con il conseguente sequestro, finalizzato alla confisca delle quote della società e di tutto il resto, compreso lo scooter. A pesare su Castaldo è stato anche quel fattaccio della tentata estorsione, e le sue frequentazioni, dicono, parecchio discutibili. Come i due complici che l’avrebbero aiutato in quell’occasione, e che a Napoli avrebbero fatto parte di un’associazione a delinquere, finalizzata a usura, estorsioni e spaccio. Senza contare il concorso esterno in associazione mafiosa, contestata loro dalla Dda partenopea. I beni sigillati verranno gestiti dall’Agenzia nazionale dei beni confiscati alla criminalità che dovrà nominare un amministratore. Castaldo, diventerà quindi inquilino in casa sua, costretto a pagare l’affitto allo Stato. Il suo difensore, Giuliano Renzi, è pronto a dare battaglia. «Non condivido l’ordinanza del Tribunale di Rimini — dice — e andremo subito in Appello».
L’ULTIMO ‘colpo’ della Guardia di finanza, è stato messo a segno nell’ambito del ‘Progetto Emmepì’, finalizzato all’aggressione dei patrimoni illecitamente accumulati, attraverso le misure di prevenzione patrimoniale, sulla base di indagini economiche finanziarie. «E’ la prima volta che in riviera viene applicato il nuovo codice antimafia — spiega il comandante provinciale, colonnello Mario Venceslai — dove le condotte di evasione fiscale vengono riconosciute come pericolosità sociale, perchè di fatto l’evasione crea allarme sociale». E fa capire che la lista è ancora lunga. Il Resto del Carlino
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Conti correnti all’estero per oltre tre milioni di euro, in parte detenuti a San Marino: investimenti in titoli che sono stati scoperti dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Rimini e sono riconducibili a Salvatore Castaldo, napoletano di 45 anni titolare della società che gestiva il ‘Green Bar’ di viale Ceccarini, il bar dei vip a Riccione. Ieri i militari, al comando del maggiore Marco Antonucci delle Fiamme Gialle, hanno confiscato le quote societarie del Green Bar, oltre ad altri beni riconducibili all’uomo che verranno gestiti all’Agenzia Nazionale dei Beni Confiscati alla Criminalità. Castaldo, alle spalle una pena patteggiata per tentata estorsione e – riporta l’Ansa – un’abitudine ad evadere le tasse, è stato oggetto del provvedimento di confisca finalizzato all’aggressione dei patrimoni illecitamente accumulati attraverso l’applicazione delle misure di prevenzione patrimoniale. Dalle indagini del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza emerge una discrepanza di almeno un milione di euro tra il reddito dichiarato dal napoletano e il patrimonio realmente posseduto. Non solo: Castaldo risulta aver patteggiato una pena di 2 anni per tentata estorsione, con l’uso di un’arma, ai danni dell’avvocato riccionese che patrocinava gli interessi dei proprietari dei muri del Green Bar (gli imprenditori della nota casa di abbigliamento Stefanel), e un altro episodio, stavolta in concorso con due pregiudicati campani, in cui erano stati esplosi colpi di arma da fuoco contro la vetrina del negozio della moglie dello stesso legale. Per questi legami poco chiari e un’abitudine ad evadere il fisco evidenziato dai due condoni fiscali di cui ha usufruito negli anni, il gestore del ‘Green Bar’ è stato ritenuto soggetto socialmente pericoloso e, dunque, passibile dell’applicazione della normativa antimafia.RTV