Ci è arrivata in fronte una trave … di Sergio Pizzolante

Chi guarda la pagliuzza nel documento strategico di sicurezza trumpiano non vede la trave che ci è arrivata in fronte.
Cioè, è vero che dice anche cose vere, la burocrazia, il dirigismo ambientale antindustriale, il wokismo non civile, la mancanza di leadership, la pretesa di una sicurezza affidata ad altri, la mollezza sull’immigrazione, e però propone, auspica, addirittura minaccia, la risposta peggiore: la vittoria delle forze estremiste, sovraniste, iper populiste, neo naziste, in alcuni casi.
Con i Musk che corrono ad offrirne i mezzi.
Sergio Pizzolante
Cioè, è vero che abbiamo bisogno di far finire la guerra, che abbiamo bisogno della pace, ma non schierandoci con chi la guerra l’ha fatta, con chi la guerra la fa da decenni, con chi ha invaso e mandato alla morte più di un milione di persone.
Non premiando chi aggredisce, chi deporta quasi venti mila bambini.
Non schierandoci con la dittatura contro le democrazie.
Ecco, ed è questo il punto fondamentale, dobbiamo prendere atto di un fatto drammatico, epocale, a differenza di 80 anni fa, in questa guerra, fisica e ibrida, in questo passaggio della storia, in questa lotta esistenziale fra libertà e illiberta’, fra civiltà e barbarie, fra dittatura e democrazia, l’America sta con la dittatura.
Sostiene le barbarie. La fine della libertà.
Ecco, in sostanza, è vero che non abbiamo un Churchill e uno spirito europee e democratico brillante, robusto, coraggioso, consapevole, ma è vero anche che questa volta l’America si è schierata con Hitler.
E’ questo il passaggio della storia.
Sì certo, ci saranno le elezioni di midterm, si certo c’è ancora qualche contrappeso in America, forse, chissà, ma l’offensiva Maga è forse più radicata e più forte di Trump stesso.
Imporrà il terzo mandato? Arriverà Vance.
O un Musk?
Mussolini diceva che lui il fascismo non lo aveva inventato, lo aveva trovato.
E Stalin non avrebbe potuto fare la rivoluzione comunista e poi gli eccidi senza una diffusa e radicata cultura antidemocratica e anti occidentale. E così Putin.
Quindi?
Quindi fa bene la Meloni a cercare un filo di dialogo con l’energumeno. A proporsi come voce parlante col putinista Trump. Per una difesa del concetto di Occidente.
Ma fa male, farebbe male, se pensasse che il trumpismo possa essere ancora considerato Occidente.
Tatticamente, per il minor danno possibile, Meloni fa bene.
Strategicamente deve stare dalla parte dell’unico Occidente rimasto, l’Europa.
Da costruire, da ricostruire, ma…l’Europa!
Sono contento che Zelensky dica di fidarsi.
Molto contento.
E, lo dico chiaro, sono contento che se destra debba essere, non so per quanto, sicuramente sino a quando ci sarà questa sinistra, sia quella della Meloni, non quella dei “patrioti” invocata da Trump e Musk.
E lo sa anche la Meloni. Che quella sarebbe una deriva anche per lei.
Per fortuna.
Non lo sa la Schlein, che è sulla deriva opposta, alla Melanchon.
Disgraziatamente.