Ora “più di 1.200 persone sono legittimate a chiedere i danni a San Marino” per le “scellerate decisioni politico-giudiziarie” del passato. Rossano Fabbri, avvocato e consigliere del Partito socialista, commenta così sul proprio profilo Facebook la notizia, diffusa venerdì dall’agenzia di stampa Radiocor, della condanna della Corte europea per i diritti dell’Uomo di Strasburgo alla Repubblica di San Marino per violazione del diritto alla vita privata.
L’appello alla giustizia europea è legato alla vicenda del sequestro di documentazione bancaria ai cittadini italiani che avevano aperto posizioni fiduciarie con la società S.M.I (San Marino Investimenti). La società era al centro delle indagini per riciclaggio della Procura di Roma su un’organizzazione, accusata di ripulire denaro sporco, che transitava attraverso paradisi fiscali off shore e approdava nella Repubblica di San Marino.
L’inchiesta, avviata nel 2007 e coordinata dalla pm Perla Lori, aveva portato al rinvio a giudizio, tra gli altri, del conte romano Enrico Maria Pasquini. Nel corso dell’indagine c’è stata una complessa richiesta di rogatoria all’Autorità giudiziaria sammarinese che si è tradotta in 1.452 notifiche di sequestro di documentazione bancaria. Nomi che poi sono finiti su diversi quotidiani e che riguardavano anche soggetti non implicati nelle indagini. Per questo molti cittadini italiani destinatari delle richieste hanno impugnato i provvedimenti sammarinesi che autorizzavano l’esecuzione delle perquisizioni e dei sequestri oggetto di rogatoria ma il nostro tribunale ha rigettato le opposizioni, ritenendo che tali soggetti non fossero legittimati a ricorrere in quanto non personalmente coinvolti nel procedimento penale italiano.
Alcune delle persone coinvolte in questa vicenda avevano allora tentato la strada di Strasburgo, presentando ricorso contro San Marino con il patrocinio – come riporta Radiocor- di Andrea Saccucci, professore di diritto internazionale nella Seconda Università di Napoli.
Tornando a Fabbri, il consigliere sottolinea quindi che “ci vorranno decenni prima che la gente comune ricominci a fidarsi di un ordinamento che non ha saputo garantire il rispetto delle leggi vigenti”. Secondo il politico questa vicenda ha una morale: “a rivestire certi ruoli in ambito oggi ci vuole grande preparazione, grande coraggio e grandi attributi perché le future generazioni non possono più permettersi di sobbarcarsi i danni economici e di immagine causati da tanta incapacità, negligenza e codardia”.
Davide Giardi, La Tribuna
Dello stesso argomento leggi anche: