Ciao Ermanno … di Sergio Pizzolante

Con Ermanno mi dividevano molte cose.
Una volta.
Ero segretario del Psi di Rimini quando lui divenne segretario della Dc.
Si sapeva, lo sapevo, che lui avrebbe rotto l’alleanza di governo a Rimini, perché la Dc a sua guida avrebbe puntato ad un accordo col PDS contro di noi.
Noi avevamo le nostre colpe, lui aveva le sue ragioni, ho però sperato si fermasse nel suo intento, non lo fece.
Era così, era rotondo e appuntito.
Nei modi gioviale negli intenti determinato.
Non mi piaceva, non gli piacevo.
Però mi era chiara una cosa: era un dirigente politico di altissimo livello.
E lo stimavo nonostante non ci andassi d’accordo.
Poi, alcuni anni dopo, ci capitò di entrare in Parlamento insieme. Io per Forza Italia lui per il Pd.
E, con mia grande sorpresa, inizio’ una relazione cortese, molto cortese, oserei dire amichevole.
Parlavamo spesso, molto, insieme.
Cancellata la diffidenza reciproca di una volta, ci ritrovavamo a dialogare con amicizia e stima.
Che strana la vita. Pensi delle cose delle persone e poi scopri tutt’altro.
La sua esperienza parlamentare durò poco, due anni, crisi del Governo Prodi, il suo partito non lo ricandidò. Scelse altri.
Mi dispiacque molto. Glielo dissi. Lo dissi pubblicamente. Sembro’ ad alcuni suoi compagni una polemica strumentale.
Non a lui. Che mi ringrazio’.
Anzi, fece un gesto, apparentemente banale, ma per me significativo. Molto.
Mi chiamo’, mi invito’ nella sua casa di campagna, nel suo paese natale.
Per consegnarmi dei documenti da restituire alla Camera. Voglio affidarli a te mi disse.
Che strano pensai. Che strano. Che strana la vita.
Poi lo persi di vista. Per un bel po’.
Anni dopo volle farmi sapere che condivideva alcune mie scelte politiche riguardanti il Comune di Rimini. Mi disse di più. Cose che non dico. Ma che conservo con gioia. E gratitudine.
L’ho rivisto qualche mese fa al bar sotto il mio ufficio. Grande festa.
Oggi grande tristezza.
Mi dispiace molto. Moltissimo.
Ciao Ermanno
Sergio Pizzolante