In relazione a notizie non veritiere sui contenuti della Riforma della PA fornite in varie sedi, sui mezzi di informazione ed anche alimentate da una parte del Sindacato, si ribadisce che:
– la riforma della struttura, numeri alla mano, non prevede affatto un aumento delle figure dirigenziali ma, al contrario, la loro diminuzione di 10 unità.
– i progetti di legge dati in prima lettura non trattano le posizioni dei dipendenti, né come numeri né come qualifiche. Solo quando saranno fissati gli uffici, infatti, potrà farsi il fabbisogno. Dunque, non è vero che tali progetti prevedono “un impoverimento dei lavoratori pubblici” come dice falsamente la FUPI-CSdL. Il progetto di legge sul Modello Organizzativo della P.A., al contrario, indica, in un momento delicatissimo per l’economia del Paese, una via per garantire la sostenibilità dell’apparato amministrativo dello Stato e nuovi servizi all’utenza, cose che potranno garantire il mantenimento di posti di lavoro oggetto di drastici tagli in altri contesti.
In merito all’allarmismo creato sull’Università, si precisa che non è affatto prevista la sua privatizzazione. Infatti, è scritto a chiare lettere che l’Università resterà ente pubblico del settore pubblico allargato: l’art. 62 dell’allegato A al progetto di legge dice che “l’assetto istituzionale ed organizzativo … sarà oggetto di revisione” allo scopo di eliminare una serie di contraddizioni da tempo segnalate anche dai vertici e dai dipendenti dell’Ateneo. E che “l’Università sarà trasformata in fondazione, ferma restando la sua configurazione di ente pubblico, a cui potranno partecipare enti privati con i limiti previsti dalla legge”.
Dunque il progetto di legge stabilisce che l’Università è e resterà fra gli enti del settore pubblico allargato (con la conseguenza che non sono in discussione il suo finanziamento dal bilancio dello Stato e la permanenza del personale pubblico).
La “privatizzazione” dell’Università non è stata mai nemmeno ipotizzata. Ma si prevede una trasformazione dell’assetto giuridico-istituzionale in fondazione pubblica, tanto che il pdl precisa che sarà regolata per legge (e non da semplice atto costitutivo come avviene per gli enti privati). Il Governo aveva reso nota tale volontà da anni, rendendone partecipi sia l’Università che il Sindacato e spiegando che tale trasformazione ha come scopo principale quello di dotare il nostro Ateneo di regole più agili e flessibili che permettano di acquisire sovvenzioni anche da soggetti non istituzionali ed enti privati e favorire pertanto l’aggregazione di risorse finanziarie per la realizzazione di progetti utili alla continua crescita dell’Università e del tessuto sociale ed economico e, dunque, valorizzando l’importantissimo percorso da essa compiuto a favore del Paese.
E’ da censurare l’allarmismo creato ad arte sulla riforma della PA anche attraverso la strumentalizzazione dei lavoratori. Lo scopo è di fare gli interessi del Paese oppure è di alimentare polemiche e motivi di scontro con il Governo “per partito preso”?
San Marino, 10 giugno 2011